L'INTERVISTA alessandro betta candidato 

«Si è fortificata la nostra passione, compagine forte» 

In cerca di riconferma. L’attuale primo cittadino corre con una squadra in parte rinnovata: «La seconda consiliatura non potrà che essere migliore della prima. Con me persone di grandissimo spessore»


Gianluca Ricci


arco. Alessandro Betta ci riprova: forte del sostegno di una squadra in parte rinnovata, ma ancora sorretta da gran parte dei suoi recenti compagni di viaggio amministrativo, l’attuale sindaco punta a completare un percorso che per forza di cose non si è ancora concluso. È principalmente questo il motivo per cui ha deciso di mettersi in discussione una seconda volta, nella speranza che i cittadini si rendano conto di tutto il lavoro svolto in questi ultimi sei anni: «Il progetto iniziato nel 2014 – ha precisato infatti – va completato: la seconda consiliatura non potrà che essere migliore della prima, visto che abbiamo fortificato la nostra passione, abbiamo accumulato esperienza e abbiamo costruito una compagine forte e coesa per governare la città».

Quali sono le novità rispetto alla prima esperienza?

«Abbiamo puntato ad un deciso rinnovamento, anche per evitare le brutte sorprese del recente passato, quando abbiamo riposto fiducia in persone che non l’hanno ripagata. I partiti continuano ad avere un loro specifico senso, ma sono composti da persone: sono queste a fare la differenza e oggi posso orgogliosamente dire di avere insieme a me persone di grandissimo spessore».

Ha degli errori da rimproverarsi?

«Nel complesso sono più che soddisfatto dell’esperienza maturata fin qui, anche perché moltissimi degli impegni presi in campagna elettorale sono stati mantenuti. Probabilmente avremmo dovuto alzare un po’ l’asticella in certe occasioni, ma l’esperienza accumulata ci permetterà di farlo nel prossimo futuro, se i cittadini avranno ancora fiducia nelle nostre capacità».

C’è un progetto che considera esemplificativo del vostro sistema amministrativo?

«C’è ed è rappresentato dal Parco delle Braile intitolato a Nelson Mandela: in quel luogo il Prg aveva previsto la costruzione di un altro albergo, ma noi siamo intervenuti e abbiamo deciso di modificarlo in modo da ricavarci uno spazio da mettere a disposizione dei cittadini. Il parco sta diventando un’enorme area verde posta in posizione strategica che ha l’obiettivo di contribuire a fare comunità: agli orti e alle tante iniziative delle associazioni il Comune ha aggiunto le necessarie infrastrutture come il nuovo chiosco, le piste ciclopedonali e il circuito di pump track».

Quale sarà il primo provvedimento a cui metterete mano in caso di vittoria?

«Non possiamo dimenticare che l’emergenza Covid non è conclusa: dunque il nostro primo pensiero sarà quello di studiare interventi a sostegno di chi si troverà in maggiore difficoltà. Per questo noi potremo avere il vantaggio di conoscere già i meccanismi istituzionali e accelerare tutte le procedure che consentano un approccio immediato alla questione. Anche solo mettere insieme una giunta forte, autorevole e competente per alcuni potrà essere un problema in più: noi invece saremo già pronti».

Quali ritiene saranno le grandi sfide amministrative dei prossimi cinque anni?

«Innanzitutto cementare la comunità e coinvolgerla ulteriormente nelle scelte. È chiaro che il nodo centrale rimarrà il futuro dei grandi volumi, sui quali abbiamo intrapreso un cammino che purtroppo richiede molte energie e grande applicazione. Per questo rimane fondamentale costruire un dialogo sincero e costruttivo con chi ci crede davvero, anche con eventuali privati interessati a mettersi in gioco per il bene della loro città: un tentativo in tal senso lo abbiamo fatto puntando al recupero di Villa Angherer, ma è andata come è andata e la campagna elettorale ha avuto il sopravvento sul bene comune: tuttavia è opportuno che tutti sappiano che farcela con risorse esclusivamente pubbliche sarà impossibile. Il coinvolgimento del privato, come per esempio è accaduto con la Variante 15, è fondamentale, ma anche in questo caso c’è stato chi ha scientemente sabotato il progetto fino all’ultimo per motivi personali».

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