«Settimana corta, la scuola ci ripensi» 

Medie di Prabi, lettera di un gruppo di genitori indirizzata al dirigente e al Comune di Arco



ARCO. Alla soppressione delle lezioni distribuite sui sei giorni molti utenti della scuola media di Arco non ci stanno e provano a far recedere dirigenza e organi istituzionali dal loro proposito. Tutti i genitori degli alunni della 2B e la maggior parte di quelli di 2A e 1A hanno scritto una lettera indirizzata al dirigente scolastico, ai componenti del consiglio dell’istituzione, al sindaco Alessandro Betta e all’assessore rappresentante dell’amministrazione Stefano Miori per chiedere loro di rivedere una decisione che ai loro occhi risulta decisamente poco giustificata e poco rispettosa delle scelte fatte a suo tempo: questa decisione «comporta un cambiamento che mette in difficoltà famiglie e ragazzi – si legge nella lettera – che dovranno rivedere metodo di studio e impegni extra scolastici precedentemente presi». A fronte di giustificazioni che secondo loro risultano «poco significative», i firmatari si dicono «perplessi perché la scuola pubblica dovrebbe prima di tutto tenere in considerazione il bene degli alunni e salvaguardare soprattutto coloro che non sono in grado di sostenere una giornata scolastica di otto ore». Inoltre evidenziano le difficoltà che sorgerebbero con il servizio mensa, visto che la struttura scolastica non avrebbe a loro dire «uno spazio consono ad accogliere tutti gli alunni. Ci è stato riferito che sono previsti due turni, il primo con pausa pranzo tra le 12 e le 13, il secondo tra le 13 e le 14: questo significa che il primo gruppo si troverà ad affrontare quattro ore didattiche nel pomeriggio. Ma alla riunione del 16 gennaio con i genitori delle classi quinte per le iscrizioni alla scuola media questo non è stato detto. Tra l’altro – si legge ancora – ci risulta che persino i questionari delle famiglie rilevano che il servizio mensa ha delle criticità, visto che la maggioranza delle risposte alla scuola media sono “per nulla soddisfatto” o “poco soddisfatto”». Ma ciò che secondo i genitori che non si vogliono arrendere ad un mutamento non concordato risulta più grave è che «a tutt’oggi non sia pervenuta alcuna comunicazione ufficiale da parte della scuola» se non una richiesta di iscrizione alle attività opzionali per il prossimo anno scolastico prima ancora di sapere che i loro figli avrebbero dovuto frequentare improvvisamente tre pomeriggi alla settimana. In base a tutto ciò, i firmatari del documento chiedono di rivedere le decisioni prese, senza nascondere che, in caso di diniego, sono disposti a proseguire la loro battaglia anche in sede provinciale. (g.r.)

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