LA TRAGEDIA

Per il piccolo Mario bandiere a mezz’asta 

Ad Arco suonano le campane a lutto per la morte del bimbo. La Procura ha rilasciato il nullaosta, funerali forse in Macedonia La Polizia locale ha stabilito che la Hyundai non correva: la guidatrice non si è accorta di nulla, il ragazzino era coperto da un’auto posteggiata



ARCO. Bandiere a mezz’asta e campane a lutto. La comunità di Arco piange la morte di Mario Stevanoski, il bimbo di appena due anni falciato da un’auto, in via Nas, mentre assieme ai genitori stava uscendo di casa, alle sette della sera di giovedì, per dirigersi al vicino parco giochi. Il sindaco Alessandro Betta ha espresso anche in via ufficiale il cordoglio della città alla famiglia tedesca, residente a Monaco di Baviera, devastata da questa tragedia assurda e inspiegabile. Lo stesso ha voluto fare il parroco che ieri, alle 19 in punto, a 24 ore di distanza dall’incidente, ha suonato a lutto le campane della chiesa Collegiata. Un minuto di raccoglimento è stato osservato anche al via della Festa della musica, che si è svolta ieri per celebrare l’inizio dell’estate.

Il nullaosta alla sepoltura. Sull’incidente che ha provocato la morte del bimbo tedesco, la Procura di Rovereto ha aperto un’indagine per stabilire le eventuali responsabilità della donna alla guida della Hyundai Matrix e di eventuali terzi. Il sostituto procuratore De Angelis, esaminata la prima relazione inviatagli dalla Polizia locale, ha di fatto deciso di chiudere il fascicolo e rilasciare così il nullaosta alla sepoltura. I genitori di Mario, il papà Rasko (di origini macedoni) e la mamma Leda (nata in Albania), oggi incontreranno gli addetti delle pompe funebri arcensi per organizzare le operazioni di rientro in Germania. Il povero Mario, però, potrebbe trovare il proprio riposo eterno in Macedonia, terra di origine del padre. Ad ogni modo, per i funerali serviranno alcuni giorni, il tempo necessario a espletare tutte le pratiche burocratiche.

I rilievi della Polizia locale. Stando a quanto emerso dalle indagini degli agenti della Polizia locale, la macchina che ha investito il ragazzino tedesco procedeva a velocità moderata, su un tratto di strada con il limite fissato ai 30 orari. Lo ha stabilito la ricostruzione dell’incidente effettuata sulla base dei rilievi. Negativo anche il responso dell’alcoltest.

La dinamica dell’incidente. L’auto, guidata da una donna del posto e con a bordo altre due persone, è partita dal parcheggio della vicina farmacia Redi, diretta verso est. Pochi metri di asfalto ed è successa la tragedia. Il bambino, mosso dal desiderio di raggiungere presto il parco giochi, si è divincolato dal resto della famiglia (oltre ai genitori c’erano anche il fratello gemello e la sorella) per uscire dal cancello dell’abitazione e correre dall’altra parte della strada. Disgraziatamente, però, la sua presenza è rimasta, agli occhi della guidatrice della Hyundai, celata fino all’ultimo dalla presenza di una macchina regolarmente posteggiata davanti alla casa, sul lato sinistro della strada. Di fatto il bimbo, alto un’ottantina di centimetri, è rimasto coperto alla visuale della donna, nascosto dal cofano dell’auto in sosta. Ecco perché, stando alla ricostruzione della Polizia locale, la donna non si neppure accorta di quanto successo per poi bloccare la propria auto a sei metri dall’impatto con il ragazzino, dove la mamma lo ha raccolto, disperata, fra le proprie braccia, chiamando e cercando aiuto. La morte è avvenuta praticamente sul colpo, nel momento in cui la testa del bimbo, proteso in avanti, ha impattato contro lo spigolo sinistro della Hyundai. Una serie tremenda di disgraziate fatalità e a questo punto, sembra, nessuna reale responsabilità da parte della donna che era al volante della macchina.













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