Le diversità fra Bernardi e Betta su urbanistica e ambiente 

Verso il ballottaggio. I due candidati sindaci andranno alla sfida di domenica 4 ottobre senza alcun apparentamento Abbiamo messo a confronto i programmi elettorali dei due schieramenti. Unico punto in comune: il Climbing Stadium


Gianluca Ricci


Arco. Senza apparentamenti ufficiali le due coalizioni degli sfidanti sindaci Alessandro Betta e Giacomo Bernardi si presenteranno domenica agli elettori potendo contare solo sulla forza dei rispettivi programmi. Al di là delle tante chiacchiere sentite in questa campagna elettorale, dalle parole si passerà finalmente ai fatti. Per sapere quali, basta fare un rapido confronto fra i programmi elettorali dei due schieramenti. A seguire una piccola selezione della vasta mole di desiderata presenti nei due documenti.

Mobilità

Betta propone una revisione del piano urbano, con estensione della rete ciclabile ed espansione della pedonabilità per creare nuove aree da sviluppare in chiave commerciale: da privilegiare la diversificazione del transito su via Marconi e via della Cinta, mantenendo comunque il limite dei 30 km/h nei centri storici. Pieno appoggio, infine, al completamento del collegamento con Rovereto sia su asfalto che su rotaia. Da proporre il servizio di trasporto pubblico a chiamata. Anche Bernardi propone la revisione del piano di mobilità con la redazione di un piano di qualità delle strade, la messa in sicurezza dei circuiti ciclabili, l’implementazione dei servizi di car e bike sharing, la sosta gratuita per due ore ai residenti, l’ampliamento della zona pedonalizzata e il disincentivo per il traffico veicolare su via della Cinta, che deve diventare un nuovo boulevard; l’obiettivo più ambizioso è la creazione di un asse pedonale da via Nas al Foro Boario, reso verde e privo di auto.

Ambiente

Nel nome della sostenibilità ambientale, Betta avvierà iniziative coerenti a questo principio, trasformando l’Olivaia in “distretto biologico”, completando il censimento delle piante e installando un “contatore di alberi”; si valorizzerà la Sarca progettando un nuovo percorso ciclopedonale sulla riva sinistra e sviluppando nuove aree di sviluppo turistico “en plein air”, con il conseguente recupero degli edifici storici di Prabi. Per Bernardi invece si dovrà puntare soprattutto sulla creazione dei nuovi “Giardini di Arco” tra Olivaia, Castello, Laghel e Parco Arciducale con progetti che prevedano il restauro finale del Castello e la localizzazione di poli tematici di interesse, da visitare con un biglietto unico; la Sarca andrebbe valorizzata maggiormente con opere di pulizia e ripristino, funzionali anche alla balneazione, in modo da trasformarla in attrazione turistica eco-sostenibile.

Urbanistica

Forse i capitoli più corposi dei due programmi, accomunati dalla volontà di avviare il percorso di rinnovamento del Prg e di consumare meno territorio possibile: fra le numerose proposte, in quello di Betta spiccano la volontà di insistere negli strumenti della partecipazione pubblica e della perequazione per avere maggiore equità e maggiori vantaggi per il pubblico; l’applicazione di sgravi fiscali per le richieste di ritorno ad agricolo di lotti edificabili; la riconversione al turismo dei grandi volumi. In quello di Bernardi invece si invoca la riqualificazione generale di tutta l’area centrale della città, attraverso la redazione di un master plan esecutivo che assicuri l’anima contemporanea di Arco ancorandola al vissuto delle generazioni precedenti; il censimento di tutti i terreni agricoli di proprietà comunale, alcuni dei quali potrebbero essere ceduti a contadini confinanti per la riqualificazione territoriale.

Una cosa pare comunque certa: chiunque vinca, Arco sarà dotata di un nuovo e più funzionale Climbing Stadium. Entrambe le coalizioni la considerano una necessità.













Scuola & Ricerca

In primo piano

Podcast / Storia

Il Trentino nella Grande Guerra: un fremito dal Trentino irredento

La guerra infuria in Europa, gli uomini tra i 16 e i 50 anni sono al fronte, mentre l’Italia fa i conti con una disoccupazione crescente. In Trentino, come altrove, si dibatte sulla neutralità italiana, criticata dagli “energumeni della parola”. Tra le voci più sonore, quella della fazione che si batte per la “redenzione”, la liberazione dal giogo austriaco.