giovani agricoltori

Laureato in scienze motorie, ma ha deciso di allevare capre

Tommaso Tavernini, 33 anni di Dro: il gregge di 50 animali, i formaggi e il sogno di un agricampeggio


Carlo Bridi


DRO. Può sembrare strano ma anche un laureato in scienze motorie può innamorarsi dell’animale più contradditorio e più furbo, le capre.

Parliamo di Tommaso Tavernini, 33 anni, che pur avendo avuto diverse offerte di lavoro nella sua specializzazione, ha preferito rinunciare per sviluppare quella particolare attività zootecnica che è l’allevamento delle capre da latte.

Il papà che fa un’altra professione aveva già alcune capre ma per hobby, lui ha voluto farla diventare un’attività professionale. Nell’arco di pochi anni è arrivato ad un gregge di ben 50 capre in lattazione. “Tutto il latte viene lavorato direttamente da me e trasformato in una serie di formaggi, ricotte e caciotte che vendo direttamente”, racconta Tommaso.

Considerata la sua formazione molto distante da quella agricola, ha scelto di fare il corso biennale della Fondazione Mach finalizzato all’ottenimento del brevetto professionale agricolo. “Un corso – dice – molto interessante e formativo che io consiglio vivamente a prescindere dal fatto che ad esso è legata la concessione del premio d’insediamento”.

Premio di cui Tommaso ha già incassato  i primi 30 mila euro, che gli sono serviti per sviluppare l’azienda in tutte le sue attività. Il saldo del premio di altri 10 mila euro lo incasserà ora che ha finito con profitto il corso.

Il suo gregge è composto di 50 capre in lattazione più un maschio per la fecondazione naturale. L’aumento è avvenuto con le nascite degli ultimi anni in quanto ha venduto solo i maschi, mentre le femmine, tutte della razza camosciata delle Alpi, sono state tutte allevate. “Ora però, ci confida Tommaso, mi sono reso conto che sono troppe pur avendo il prezioso aiuto di mio papà Luca che di professione fa tutta un'altra attività ma anche della mamma Marta e di mio fratello Nino che non finirò mai di ringraziare. Il mio obiettivo ora è quello di ridurre il numero delle capre in lattazione perché diversamente non riesco a fare il ciclo completo che va dalla produzione fino alla vendita dei prodotti finiti che avviene tutta a km zero appoggiandomi ai mercatini di Campagna Amica di Arco, Riva del Garda, Trento Mezzocorona”. 

La produzione capo giornaliera è mediamente di 3,5 litri/capo/giorno per il periodo che va da marzo dopo che sono stati svezzati i capretti, fino ad ottobre compreso, con un calo di produzione nell’ultimo periodo quando tutte le capre vengono ingravidate. L’alimentazione è fatta a base di fieno dell’ettaro che ho a disposizione e dell’altro che devo comperare. Tutto il mangime usato è biologico e viene direttamente dal mulino Merano, un mangime Ogm free.

Questi i prodotti ottenuti dalla lavorazione del latte di capra: un simil taleggio, cacio, ricotta primo sale, robiola spalmabile, caciotta. Ma ora Luca sta provando a fare anche le mozzarelle.

Ma come mai una scelta così radicale per una persona che fra l’altro non proveniva da una famiglia agricola e che ha dovuto partire dal nulla? "È stata una scelta di vita ancora prima che economica afferma Tavernini, quando nel 2013 ho iniziato. Poi la situazione è andata via via consolidandosi il numero di capre è aumentato, ed ho iniziato a fare in azienda la trasformazione e la vendita diretta dei miei prodotti quindi con resa del latte molto maggiore che se lo consegnassi al caseificio sociale”. 

Da ottimo conoscitore del corpo umano i suoi progetti futuri sono tutti incentrati su un modello di agricoltura sostenibile ma anche andando a sfruttare l’opportunità di trovarsi in una zona ad alto interesse turistico, per questo vuole realizzare un agricampeggio con il duplice obiettivo: dare ospitalità e contribuire ad educare i campeggiatori ad un grande rispetto dell’ambiente e più in generale per la natura.

C’è anche un sogno nel cassetto, quello di realizzare una fattoria didattica presentando un modello di economia circolare dove nulla si butta e nulla si distrugge.

Chiediamo se dopo 8 anni è pentito della scelta. “No", è la risposta, “anzi sono sempre più convinto e motivato ad andare avanti sempre con grande rispetto dell’ambiente". Coerentemente con ciò la sua produzione è biologica anche se non ha chiesto la certificazione.

Tommaso vive con la compagna Katia e i loro  due bambini Leonardo e Diego. Trova anche il tempo per giocare a calcio in squadre a livello regionale anche se il tempo libero è poco viste le molteplici attività dell’azienda zootecnica.













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