Arco, via libera dell’aula all’ultimo bilancio 

Legislatura alla fine. Il consiglio comunale, con i soli voti della maggioranza, ha approvato il documento economico. Previste le ristrutturazioni della caserma dei carabinieri e del nido 


GIANLUCA RICCI


Arco. «Non siamo riusciti ad applicare in toto i principi del bilancio partecipato che ci eravamo prefissati all’inizio di questa consiliatura, ma che i risultati finali siano comunque più che positivi è sotto gli occhi di tutti»: così il sindaco Alessandro Betta ha commentato l’altra sera davanti al consiglio comunale il bilancio preventivo per il 2020 al termine della minuziosa presentazione dei dati da parte del suo assessore Tomaso Ricci. Difficile dargli torto: partita sotto il peso di un consistente debito, dovuto al peso di alcuni mutui accesi negli anni precedenti, la sua giunta è riuscita ad eliminarlo completamente e a portare il patrimonio del Comune da 90 a 135 milioni di euro, per concludere il suo percorso amministrativo con un bilancio da 26 milioni, non propriamente un documento interlocutorio, 3,5 dei quali da investire in opere pubbliche. «Qualsiasi sarà la maggioranza che uscirà vincitrice dalle elezioni – ha aggiunto – noi ci siamo impegnati a garantirle solidità e prospettiva. Di più: la speranza di programmare con serenità, grazie a conti che oggi sono in ordine. Solo così la politica potrà offrire soluzioni ai problemi dei cittadini».

L’ultima volta di Ricci

È stato il canto del cigno dell’assessore al bilancio Tomaso Ricci, per l’ultima volta davanti al microfono a snocciolare cifre e dati con un briciolo di emozione: «Si tratta dell’ultimo documento contabile che ho preparato per il Comune – ha detto alla fine della sua presentazione – lo lascio a chi vorrà prendersi carico di reggere le sorti della nostra città nella speranza che ne faccia buon uso». Unanime il plauso di maggioranza e opposizioni al suo lavoro, riconosciuto a microfoni aperti soprattutto da Mauro Ottobre, che ha rimproverato il sindaco di non aver investito maggiormente nelle capacità amministrative del suo assessore, assegnandogli magari qualche incarico in più, in quella sorta di pagella finale che ha stilato assessore per assessore a sancire la conclusione di un’avventura iniziata dalla medesima parte della barricata.

Le opere pubbliche

Tra le opere pubbliche più significative per le quali sono stati stanziati fondi consistenti ci sono il rifacimento della caserma dei Carabinieri (un milione la previsione), l’intervento di adeguamento statico e sismico della scuola media (quasi un milione la spesa preventivata), l’acquisto dei terreni dei Comboniani da destinare alla scuola primaria (400mila euro), la ciclabile in zona industriale a Linfano (mezzo milione), ma soprattutto la ristrutturazione del vecchio asilo nido (due milioni di euro all’incirca), l’operazione contabile-amministrativa di cui la giunta va più fiera, perché maturata dopo un lungo e asfissiante lavoro ai fianchi dei dirigenti provinciali. Nonostante il sindaco Betta avesse auspicato che il bilancio, proprio perché l’ultimo e perché particolarmente solido nei numeri, potesse essere approvato all’unanimità dal consiglio comunale, le forze di minoranza non hanno risposto all’appello («Se questo era il suo desiderio – ha detto la consigliera Bruna Todeschi al primo cittadino – poteva coinvolgerci inizialmente nelle scelte»).

Il portico di Stranfora

Anzi, hanno cercato di creare qualche imbarazzo presentando un ordine del giorno per chiedere lo stralcio dell’alienazione del portico a Stranfora per cui il Comitato San Bernardino aveva raccolto centinaia di firme, un intervento giudicato dalla maggioranza una trappola e per questo respinto al mittente. Alla fine il bilancio è stato approvato con l’astensione dei consiglieri di minoranza Daniele Braus, Claudio Del Fabbro, Andrea Ravagni, Todeschi, Giovanni Rullo e Ottobre e il no secco di Lorenza Colò.

©RIPRODUZIONE RISERVATA.













Scuola & Ricerca

In primo piano