«Arco diventerà in futuro la città dell’inclusività»

Arco. Celebra la Giornata internazionale delle persone con disabilità, Arco, e lo fa con l’impegno ufficiale di una futura apertura alla più totale inclusione. «L’arrivo del freddo di questi giorni...


Katia Dell’eva


Arco. Celebra la Giornata internazionale delle persone con disabilità, Arco, e lo fa con l’impegno ufficiale di una futura apertura alla più totale inclusione. «L’arrivo del freddo di questi giorni mi fa pensare a un freddo metaforico, che è quello della solitudine e della difficoltà che spesso chi presenta una disabilità è costretto a vivere – ha affermato il sindaco, Alessandro Betta, in occasione di questa ricorrenza - Oggi mi trovo riconfermato a guidare una squadra nuova e diversa, e tra gli obiettivi di questa nuova formazione c’è sicuramente quello di sensibilizzare la cittadinanza ad alcuni temi, come appunto l’inclusività, nell’idea che sia importante portare avanti innanzitutto i fondamenti della vita, uno su tutti la felicità».

Niente grandi eventi, dunque, per questo 3 dicembre, vuoi anche le ancora tante restrizioni dovute alla situazione sanitaria, ma – questo viene più volte ribadito nel corso della conferenza stampa – l’impegno ideale a fare, sulle prossime ricorrenze ma non solo. «Abbiamo voluto incontrarci al parco Nelson Mandela, alle Braile – continua il consigliere delegato Tommaso Ulivieri – in quanto si tratta di un luogo simbolo di questa “spinta” che l’amministrazione sta cercando di compiere, con l’obiettivo di fare di Arco una vera e propria “città inclusiva”». Se allora il parco urbano, come spiega ancora la consigliera Barbara Chemotti, nel ruolo professionale di Disability Manager, «non presenta grosse difficoltà in termini di un’inclusività fisica, in quanto è praticamente tutto sbarrierato, ben diverso è il discorso in termini di disabilità cognitiva. E’ qui, allora, che nei prossimi mesi e anni lavorerà l’amministrazione, rendendolo un luogo capace di includere tutti, senza esclusione. Arco infatti – prosegue e conclude– nasce come città di cura, di accoglienza, e pertanto si presta perfettamente a questo ulteriore passo in avanti, che tolga l’accento dalla mancanza, in rapporto alla disabilità, per spostarlo sull’ambiente».













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