Tenno, orso fa razzia di ciliegie nei boschi del monte Calino 

Il grosso plantigrado, un maschio adulto, ha preso di mira la pianta della famiglia Vivaldelli La Forestale ha inviato i reperti per l’identificazione: potrebbe aver divorato anche delle pecore



ALTO GARDA. Già si sapeva di mamma orsa e dei suoi cuccioli che da alcune settimane stanno girovagando fra i boschi di San Giovanni al Monte, sopra Arco, creando qualche giustificata apprensione che finora, fortunatamente, non è sfociata in niente altro. Ma del “bestione”, un orso adulto piuttosto grosso, almeno un quintale e ottocento di peso, che nei giorni scorsi ha lasciato traccia del suo passaggio sul monte Calino, non lontano dal rifugio San Pietro, nessuno ne era a conoscenza, ad eccezione della Forestale che ha ovviamente notizia di tutti gli esemplari presenti sulle montagne trentine.

L’orso ha preso di mira una pianta di ciliegie posta nel verde della proprietà della famiglia Vivaldelli, facendo così razzia di frutti maturi. Ad accorgersi della visita del plantigrado, avvenuta durante la notte e in tutta tranquillità, è stato il proprietario, il mattino seguente, trovando i rami della pianta piegati dal peso e dalla foga dell’animale.

Nessun dubbio, fin da subito, sull’autore della scorribanda e così è stata avvisata la Forestale e la squadra-orso del Servizio faunistico della Provincia che ha prelevato alcuni campioni di pelo per le analisi in laboratorio grazie alle quali si potrà scoprire il nome (o per meglio dire il codice) dell’orso in questione. Che potrebbe essere lo stesso che una settimana fa ha divorato due pecore nella zona di Malga Misone: la Forestale non ha ancora certezze ma gli indizi sulla sua “colpevolezza” cominciano ad essere più d’uno.

Ad ogni modo non ci sono, al momento, motivi di preoccupazione: l’adulto ingordo di ciliegie (che presto potrebbe prendersela con un albero di pere lì vicino, sulla via della giusta maturazione) finora non ha dato alcun segnale di irrequietezza.

Ma il grosso orso del Calino non è il solo esemplare presente sui monti dell’Alto Garda e Ledro. Secondo i calcoli dei forestali, ce ne dovrebbero essere sette-otto nella zona dello Stivo, altri quattro-cinque sopra Arco e quindi due-tre fra il tennese e la Val di Ledro. A preoccupare maggiormente è la mamma con i suoi piccoli che stazionano (si fa per dire) a San Giovanni, località in questo periodo frequentata da turisti e arcensi. «È per questo che abbiamo avvisato il sindaco di Arco Betta e lo stesso è stato fatto con Marocchi a Tenno», spiegano dalla Forestale di Riva. Mamma orsa più orsacchiotti è una situazione di potenziale pericolo in caso di incontro animale–uomo. «L’avvertenza è sempre la stessa, stare attenti, usare le giuste precauzioni ma soprattutto non abbandonare cibo in giro, in particolare intorno alle case - spiegano i forestali - perché ad attirare l’orso sono innanzitutto gli odori. Il rifiuto organico, ad esempio, non va lasciato fuori dalla porta». (gl.m.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA .













Scuola & Ricerca

In primo piano

Film Festival

Lo scioglimento dei ghiacciai nella poetica del teatro trentino

La Stagione Regionale Contemporanea si conclude con “Rimaye” di AZIONIfuoriPOSTO, che stasera (3 maggio) darà spazio a un’indagine su ciò che è destinato a sparire e alla sua eredità, mettendo in relazione corpi umani e corpi glaciali. Entrambi infatti sono modificatori di paesaggio e custodi di memorie


Claudio Libera