fair play da mamme e papà 

Sport, i doveri dei genitori 

La «Carta» nelle palestre: è stata donata dalla Fip al Comune



RIVA . Il Comune di Riva è il primo del Trentino-Alto Adige a ricevere la targa realizzata dalla Federazione Italiana Pallacanestro e dall'associazione sportiva culturale Panathlon che riporta la Carta dei diritti del ragazzo nello sport (promulgata dall'Onu nel 1992) e la Carta dei doveri del genitore dello sport (recente iniziativa di Panathlon International), per l'affissione nelle palestre comunali e nei campi sportivi. La cerimonia di consegna al sindaco Adalberto Mosaner si è tenuta nei giorni scorsi a cura di Mauro Pederzolli, presidente del Comitato regionale Fip, e Giuseppe De Angelis, presidente di Panathlon International Club di Trento.Il tema è purtroppo non di rado all'attenzione dei media, in particolare per episodi in cui i genitori dei ragazzi impegnati in attività sportive eccedono ampiamente i limiti del normale e sano spirito agonistico, pretendendo dai figli risultati di prim'ordine e più spesso non riuscendo a tollerare quelli sotto le aspettative, con reazioni a volte violente nei confronti di allenatori e arbitri, che nulla dovrebbero aver a che fare con lo sport giovanile. L'iniziativa della targa nasce dal protocollo d'intesa con cui nel dicembre 2017 il Comitato regionale Trentino-Alto Adige della Fip e il Club di Trento di Panathlon International si sono impegnati a favorire il fair play in tutte le competizioni delle categorie giovanili e senior promosse dalla Fip e a dare risalto ai valori etici nello sport, con il preciso intento di incrementare i rapporti e la cooperazione tra le società operanti sul territorio regionale. Inoltre l'accordo prevede espressamente l'impegno a promuovere la Carta dei diritti del ragazzo nello sport e a divulgare la Carta dei doveri del genitore dello sport in tutto il Trentino e nell'Alto Adige.

«Ritenendo che il concetto di fair play nello sport sia molto esaltato ma poco praticato e che l'aspetto competitivo delle gare possa offuscare il concetto stesso del fair play se si persegue la vittoria a tutti i costi -si legge nel testo del protocollo d'intesa- auspichiamo che l'atteggiamento degli allenatori, dei dirigenti, degli adulti tifosi sia esempio di correttezza e lealtà. Se questi ultimi da una parte dichiarano di perseguire i valori educativi dello sport, ma poi si irritano davanti a una sconfitta, allora trasmettono valori contraddittori e imbarazzanti. La crescita equilibrata degli atleti è basata sull'autenticità e la coerenza dei comportamenti di chi gravita nell’ambiente sportivo, sull’integrità morale e intellettuale degli educatori e allenatori, sui valori trasmessi dai genitori dei ragazzi, dunque è questo che dobbiamo preoccuparci di garantire. Il principio di lealtà nello sport esprime e riassume in sé lo spirito competitivo e le finalità della pratica sportiva; incorpora i concetti di amicizia, di solidarietà, di rispetto per se stessi e per gli altri; include la lotta all’imbroglio, all’illecito, alle astuzie al limite della regola; implica la lotta al doping, l'impegno alla non violenza sia fisica sia verbale; dissuade dalla commercializzazione del fenomeno sportivo».













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