Per il 21 sarà aperto il bypass Senso unico tra le due gallerie 

Lavori urgenti. Il presidente della Provincia Fugatti ieri mattina ha visitato la zona della frana che ha costretto la chiusura della ciclabile a Torbole. Per gli interventi di messa in sicurezza la Pat ha stanziato 645 mila euro


Sara Bassetti


Nago-torbole. Il bypass sulla ciclabile del lungolago che collega Torbole e Riva dovrebbe riaprire entro il 21 giugno, condizioni meteo permettendo. È questo l'esito del sopralluogo effettuato ieri sulla zona interessata dagli ultimi eventi franosi alle pendici del Monte Brione dal presidente della Provincia Maurizio Fugatti, accompagnato dal dirigente generale del Dipartimento infrastrutture e trasporti Stefano De Vigili, dal dirigente dell'Agenzia provinciale per le opere pubbliche Luciano Martorano e dal dirigente del Servizio opere stradali e ferroviarie Mario Monaco, nonché dal sindaco di Nago-Torbole Gianni Morandi. Una visita che è servita a fare il punto su un intervento di somma urgenza, realizzato dall’impresa Rigon Costruzioni srl di Vallarsa, per il quale la Provincia ha destinato 645.000 euro, di cui 500.000 dedicati ai lavori. «È importante velocizzare il più possibile le attività in corso – ha dichiarato il presidente Maurizio Fugatti - per arrivare al più presto alla riapertura di un'opera strategica per il turismo dell'Alto Garda».

Il primo intervento vedrà la messa in sicurezza della parete rocciosa, con pannellature di contenimento in rete metallica e chiodature. Al termine di questa prima operazione verrà riaperto il bypass provvisorio della ciclabile. Ultimato l'intervento in parete, verranno ripresi i lavori di realizzazione della barriera paramassi a metà parete, che si dovrebbero concludere a metà luglio. «Ci vorranno ancora tre settimane, un tempo lungo per la stagione, ma troppo corto per poter ipotizzare ulteriori opere – ha dichiarato il primo cittadino di Nago-Torbole, Gianni Morandi – motivo per cui è stata approvata la mia proposta di istituire un senso unico nel tratto delle gallerie tra Torbole e Riva, da una direzione o dall’altra, per riservare una corsia a cicli e pedoni, e garantire la totale sicurezza a tutti gli utenti della strada». Saranno la Polizia Locale Alto Garda, il Servizio ciclabili e il Servizio gestione strade, attraverso un’analisi del flusso del traffico, a definire quale sarà la direzione del senso unico, se da Torbole a Riva del Garda o viceversa. «Probabilmente si potrà andare da Torbole a Riva, mentre per tornare nella direzione opposta occorrerà fare il giro attraverso Arco – ha precisato Morandi – chi di competenza sta definendo i dettagli e preparando la segnaletica, e il tutto dovrebbe essere approntato già a partire dal weekend. Comprendo il disagio, pur temporaneo e parziale, che dovranno sopportare gli utenti della strada, e di questo me ne scuso in anticipo, ma credo che possa essere comprensibile nell’ottica di garantire la massima sicurezza a pedoni, a ciclisti, ma anche a automobilisti e motociclisti. Avere oggi la ciclabile chiusa – ha aggiunto Morandi – per noi significa avere un fiume di persone che si trovano sulla stessa carreggiata assieme alle macchine in una maniera indecente, poichè in galleria non c’è nemmeno un minimo marciapiede. Capisco che una ventina di giorni sia un tempo lungo, ma credo che la sicurezza debba essere il tema prioritario».

Il tema del senso unico ieri mattina è stato discusso anche in Conferenza dei sindaci. «I colleghi sindaci hanno condiviso questa soluzione, nessuno a cuor leggero e pur con qualche perplessità relativa alla tempistica, ma crediamo sia l’unica attuabile in questo momento in maniera immediata – ha dichiarato Morandi – una soluzione condivisa anche dalla Comunità Alto Garda e caldeggiata dalla Polizia Locale. Il mio è stato solo un input, ma confermo che la situazione dell’ultimo periodo è veramente insostenibile e pericolosa: le barriere posizionate per interdire l’area del lungolago e della ciclabile sono state forzate più volte, con un passaggio enorme di persone che si avventano sulla ciclabile, contro ogni divieto e nel pericolo più assoluto. Chiedo a tutti un po’ di pazienza per il bene dell’intera comunità e viabilità dell’Alto Garda». Senza la sospensione determinata dalla pandemia, i lavori di contenimento sarebbero terminati prima del 30 aprile, e avrebbero ragionevolmente contenuto sia il secondo evento franoso, che gli inevitabili disagi delle prossime settimane.













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