«La Spiaggia non decolla perché è incompleta» 

Il dibattito. Giancarlo Angelini elenca le tante criticità del locale che fino ad ora ne hanno impedito il rilancio: «Vanno sospesi i bandi di gestione e trovati i soldi per terminare il lavoro»



Riva. Sono giorni cruciali, questi, per il destino della Spiaggia degli Olivi. Entro il 12 aprile vanno presentate alla Lido Immobiliare le manifestazioni di interesse per partecipare al bando che affiderà la nuova gestione del locale e in queste ore sembra palesarsi la “candidatura” dell’imprenditore rivano Ivo Gentilini (titolare della Pregis) a capo di una cordata locale che potrebbe ricomprendere altri imprenditori di Riva e Limone.

Sul destino della Spiaggia degli Olivi interviene Giancarlo Angelini, giornalista in pensione e storico promotore di molte iniziative rivane. Angelini solleva non pochi dubbi sulla possibilità che la Lido riesca, alla fine, a trovare un gestore disposto ad assumersi l’onere della gestione, e questo perché il locale, secondo l’osservatore delle vicende cittadine, il locale «deve avere spazi commercialmente sfruttabili, poco dispendiosi nella conduzione, adatti a richiamare un pubblico il più eterogeneo possibile, cosa che alla “Spiaggia”, dopo la ristrutturazione di qualche anno fa non è avvenuto, ma si sono commessi errori macroscopici, lasciando perdere l’occasione più unica che rara di completare il pensiero di Giancarlo Maroni». Angelini li elenca questi errori.

Manca la terrazza coperta

«Non si è completato il pensiero Maroniano del terzo piano, con la creazione di una terrazza coperta, con spazi commercialmente eccelsi, sfruttabili in svariate occasioni, ciò avrebbe anche alleggerito le due brutte torri quadrate laterali che, attualmente, paiono due monoblocchi estranei al complesso».

Il cemento color sabbia

«Quando, con la creazione della spiaggia – lungolago, la “Spiaggia” ha perso la sua destinazione, l’allora gestore, Franco Chemolli, era corso ai ripari ponendo, al posto della sabbia nei due “cortiletti” a lago, un verde prato fiorito con rose e gelsomini, estremamente godibile con caldo più afoso. Ed invece ora, siccome una volta c’era la sabbia, si è steso dell’orribile cemento “color sabbia”, che, al primo sole estivo, si trasforma in una piastra rovente. Nemmeno i vari tentativi con tendoni, gazebi, strutture varie, sono riusciti a dare ai gestori spazi utilizzabili per i loro clienti».

Serramenti inadatti

«La climatizzazione, fattore importante per il risparmio energetico, alla “Spiaggia” è stata fatta aderendo a scelte assurde, non lungimiranti, economicamente pesanti. I vecchi serramenti in ferro sono stati fatti tali e quali all’origine, ma mantenendo il vetro semplice, dimenticandosi volutamente che c’è in commercio anche il più risparmioso “vetro – camera”. Chi l’ha voluto merita il Nobel per l’inefficienza».

Spazi non sfruttati

«Le ex cabine lasciate tali e quali, con spazi e decine di metri quadrati non sfruttabili, quando abbattendo tramezzi inutili ed eliminando porte si sarebbero potuti creare angolini civettuoli e di relax, aree d’esposizione ed altro ancora. La cubatura non sarebbe cambiata».

Interventi anacronistici

«Come detto interventi assolutamente anacronistici, assunti, si era detto, “per adempiere alla volontà del Maroni”, il quale, peraltro, non aveva previsto quei due orrendi portoni, tipo carceri mandamentali, aperti nel muro a nord. “Ma servono a dare accessibilità e funzionalità al complesso”, si obbietterà. Certo, ma allora tutto il discorso della “volontà Maroniana” cade miseramente, con un tonfo che dovrebbe scuotere Palazzo Pretorio per via delle incongruenze e delle scelte cervellotiche assunte nella ristrutturazione. Cose che i vari gestori non hanno valutato; ma questa è colpa loro».

Giancarlo Angelini conclude con un auspicio: «A questo punto auspichiamo che si sospendano bandi di gestione, che si trovino i soldi necessari, che si completi la ”Spiaggia degli Olivi” come buonsenso comanda. Continuando con questi tentativi, si rischierà ogni anno il buco, finché della gloriosa ”Spiaggia” non rimarrà che il monumento all’ignavia, all’incompetenza, ad onta e ludibrio dei nostri reggitori pubblici».

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