Grosso pilastro di roccia minaccia la Grotta

arco. Un grave pericolo incombe sopra la Grotta, quel grappolo di case che si trova al confine fra Riva e Arco proprio sotto le pendici occidentali del monte Brione. Un grosso pilastro roccioso sopra...


Gianluca Ricci


arco. Un grave pericolo incombe sopra la Grotta, quel grappolo di case che si trova al confine fra Riva e Arco proprio sotto le pendici occidentali del monte Brione. Un grosso pilastro roccioso sopra la strada che da nord scende verso la frazione si trova in condizioni di precaria stabilità e minaccia di piombare da un momento all’altro sulla carreggiata sottostante e sui terreni che si trovano al di là: nel caso in cui ciò avvenisse al passaggio di un’auto o di pedoni, si rischierebbero guai molto seri. Per questo l’amministrazione arcense ha già fatto richiesta alla Provincia perché si possa intervenire quanto prima a mettere in sicurezza quel tratto di monte, realizzando le opere necessarie ad eliminare il problema alla radice, ovvero demolendo il pinnacolo di roccia a rischio caduta e imbrigliando quel versante di monte con le apposite reti di contenimento.

L’allarme è stato lanciato dal geologo Germano Lorenzi, incaricato dal Comune di Arco di redigere uno studio delle condizioni in cui versa il Brione su quel versante.

Attraverso l’utilizzo di un drone il geologo ha potuto appurare alla fine dello scorso mese di marzo che un’ampia porzione di roccia in quota presenta un significativo stato di fratturazione in corrispondenza di un grosso pilastro che ne compromette la stabilità. La conferma si è avuta dopo un sopralluogo effettuato tramite calata in parete: quel pilastro si trova in condizioni davvero precarie e va rimosso prima che faccia danni seri. Staccandosi dalla sua sede infatti sicuramente trascinerebbe con sé ampie porzioni della parete rocciosa sottostante, dando vita ad un evento potenzialmente molto pericoloso. Per questo, pur non trovandosi su un’area di proprietà comunale, si dovrebbe provvedere alla sua parziale demolizione, dopo un intervento di disgaggio superficiale, e alla posa in opera di tiranti permanenti in acciaio, tirafondi metallici, pannelli in fune ad anelli circolari, reti metalliche a doppia torsione e funi longitudinali, il consueto armamentario con cui si interviene in situazioni di questo tipo. All’incirca i costi previsti si dovrebbero aggirare intorno ai 150 mila euro, anche se ora è presto per quantificare con precisione.

Non è presto però per lanciare l’allarme e per chiedere alla Provincia il contributo straordinario necessario a svolgere i lavori quanto più velocemente possibile. Nonostante l’attenzione sia oggi distolta dall’epidemia di Covid-19, il pericolo continua ad arrivare anche da altre direzioni.













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