Gamba rotta sulla strada: Comune assolto 

Un ledrense era scivolato sul ghiaccio mentre passeggiava sotto la neve a Mezzolago. Il giudice: il pericolo era noto



LEDRO. Se fai una passeggiata su una strada comunale, scivoli e ti fai male, non puoi ritenere responsabile l’amministrazione pubblica se non c’era necessità di percorrere proprio quella strada di fronte a quella che poteva essere una evidente situazione di pericolo. Lo ha stabilito il giudice roveretano Fabio Peloso, respingendo la richiesta di risarcimento del danno presentata da un cittadino ledrense, Roberto Tomasi, contro il Comune di Ledro e l’impresa (chiamata in causa dall’ente pubblico) che aveva in carico la manutenzione della strada. L’episodio oggetto del contenzioso risale al 27 dicembre del 2014. Quel giorno sulla valle di Ledro si registrò una copiosa nevicata e in serata Tomasi uscì di casa per portare l’immondizia e per fare una passeggiata. L’uomo si trovava in località Mezzolago, in un tratto di strada innevato, quando arrivato in via Risatti, improvvisamente scivolò su una lastra di ghiaccio (coperta dalla neve) cadendo a terra. L’uomo fu soccorso dal 118 e quindi portato al pronto soccorso. La diagnosi fu pesante: frattura di tibia e perone destro e conseguente intervento chirurgico. A seguire un lungo percorso per recuperare dall’infortunio, con un complessivo danno quantificato in 61.555,49 euro. Tomasi ha presentato il conto al Comune di Ledro, ritenendolo responsabile dell’infortunio per non aver assicurato la transitabilità eliminando il ghiaccio. C’è stato anche un tentativo per arrivare ad un accordo stragiudiziale. Fallito questo, si è arrivati davanti al giudice.

Il Comune di Ledro ha respinto le osservazioni di Tomasi, negando di aver omesso la manutenzione e osservando che l’infortunio è avvenuto ad evento nevoso in corso e durante un sensibile calo delle temperature. Il Comune ha inoltre osservato che la strada dov’è avvenuto l’infortunio, a due passi dalla residenza di Tomasi, è pavimentata in porfido e in pendenza, e quindi – a detta dell’ente pubblico – notoriamente pericolosa per i residenti. Nella sostanza, il giudice ha di fatto riconosciuto – anche sulla base di una giurisprudenza consolidata – le ragioni dell’ente pubblico, ritenendo che l’infortunato doveva sapere che percorrendo quella strada metteva a rischio la propria incolumità: «Applicando tali principi al caso in esame – scrive Peloso – deve affermarsi che, percorrendo una strada coperta da una coltre di neve di una certa consistenza, in assenza di alcuna necessità, l’attore ha compiuto un’attività imprudente e incauta, tale da escludere la responsabilità del custode, poiché ha esposto se stesso al rischio concretizzatosi di cagionarsi il trauma sofferto». Tomasi (che valuterà l’eventuale ricorso) dovrà anche pagare le spese legali alle controparti: poco meno di 8mila euro. (g.f.p.)













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