Alle foci del Sarca per la prima volta si vede la planaria

Nago-torbole. Anche l’anno appena chiuso ha visto la scoperta, nel territorio altogardesano, di nuove specie animali, che hanno arricchito la conoscenza della ricchissima biodiversità del nostro...



Nago-torbole. Anche l’anno appena chiuso ha visto la scoperta, nel territorio altogardesano, di nuove specie animali, che hanno arricchito la conoscenza della ricchissima biodiversità del nostro ambiente naturale. I monitoraggi condotti dall’appassionato naturalista Daniel Iversen, hanno permesso di individuare un nuovo abitante dell’Alto Garda, mai segnalato prima in regione: la planaria terricola, della specie Diversibipalium multilineatum. Platelminti, strani esserini che non sono lombrichi, nemmeno un qualche tipo di larva, ma veri e propri “vermi”, rinvenuti alle foci del Sarca, nel Comune di Nago-Torbole. “Si tratta di una specie asiatica, originaria del Giappone, che si sta, purtroppo, espandendo in molte aree del mondo, viaggiando all'interno di terriccio, substrato e piante provenienti da quelle aree – ha dichiarato Daniel Iversen - dico purtroppo perché potrebbe procurare un danno consistente all'ecosistema del suolo: sono, infatti, predatori attivi, che si nutrono di altri invertebrati terrestri, tra cui i lombrichi, preziosissimi per il terreno, ma anche di lumache, limacce, larve di coleotteri e ditteri. Cacciano anche organismi molto più grandi di loro, perché possiedono la Tetrodotossina, quella dei pesci palla per intenderci”. Li avvelenano, insomma. “Si riproducono, peraltro, per via asessuata – aggiunge - quindi in ambiente favorevole hanno una notevolissima capacità di propagazione”. Lunga e sottile, spesso di colori sgargianti, la planaria terricola ha un’inconfondibile testa a forma di martello.

“È importante contenere la sua espansione – ha aggiunto Iversen - per far questo si dovrebbe partire dalla fonte, ossia evitare di commercializzare piante da tutto il mondo, ma è utopia nella globalizzazione in cui ci troviamo. Si possono uccidere mettendoli nel sale, ma sarebbe meglio evitare di tagliarli in pezzi, perché possono riprodursi anche per rigenerazione. Fondamentale diventa pertanto anche solo fare attenzione alle piante che si acquistano, o comunque verificare il terriccio, soprattutto di quelle che provengono da aree extraeuropee”. Ad esempio i bonsai. “In Emilia Romagna la planaria terricola è stata rinvenuta per la prima volta nel 2016 proprio in un giardino in cui venivano coltivati bonsai (che infatti provengono dal Giappone) – ha concluso – continuerò i miei monitoraggi; chi lo desidera in caso di ritrovamento può contattare me”. La mail di riferimento è iversendaniel@gmail.com. S.BASS.













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