Al Casinò di Arco  si esibiscono gli allievi dell’Anffas 

Sabato va in scena lo spettacolo “Siamo suoni”, sintesi del lavoro svolto durante l’anno nei laboratori musicali


di Sara Bassetti


ARCO. L’obiettivo ultimo della musica, del teatro, delle arti in generale e, in fondo, della vita, è quello di emozionare, a prescindere dai “diversi” modi in cui l’emozione o il sentimento sono vissuti e veicolati. Il messaggio arriva forte, comunque. «E appare chiaro che la disabilità non è che un’altra abilità per veicolare linguaggi universali». È questo il grande messaggio custodito da “Siamo suoni”, la performance musicale che sabato 3 febbraio, alle 15.30, verrà portata in scena nel salone delle feste del Casinò dagli allievi dei centri Anffas di Arco. Uno spettacolo nato un paio di anni fa da un’idea di Gianluca Carrara, coordinatore di Anffas Trentino Alto Garda e Ledro, con la volontà di far conoscere alla comunità la storia musicale carica di impegno e amore che da oltre quindici anni risuona nei centri diurni arcensi. «La musica, linguaggio universale per definizione, riesce ad arrivare in maniera diretta, senza barriere, anche là dove ci sono delle problematiche che rendono difficile la comunicazione – ha commentato la vicepresidente di Anffas, Giovanna Frida Rossaro – sviluppa sentimenti, crea magnifiche intuizioni, aumenta l’autostima ed eleva la qualità della vita: attraverso la musica i nostri ragazzi sono personaggi meravigliosi come tutte le persone che usano quest’arte».

“Siamo suoni” è una sintesi del lavoro costante e continuo effettuato nell’ultimo anno in tutti i laboratori occupazionali dei vari centri. «La materia musicale e, con essa, l’impianto dello spettacolo, ha preso forma grazie alla musicoterapista Laura Lotti, all’educatrice referente per i laboratori musicali Marina Pellegrini, e al grande lavoro di tutti gli educatori – ha precisato la vicepresidente – la musica è la protagonista dello spettacolo, ma è accompagnata trasversalmente da tante altre arti». I veri protagonisti, però, saranno i ragazzi che, anche con la musica, riprodurranno la naturalezza corporale ed inconscia dell’essenza umana, capace di fare riflettere interpreti e pubblico sulla presenza fisica dell’uomo e la sua magnifica diversità, anche quando quest’ultima potrebbe essere considerata “difettosa”. Accanto a loro, alcuni artisti, tra cui Nadia Ischia, che proporrà una storia liberamente ispirata al racconto “Un giorno senza un perché”, e il coro gospel “Sing The Glory” di Rovereto. «Non va dimenticato il prezioso contributo degli allievi dell’Istituto Artigianelli di Trento, per quanto riguarda i prodotti video e grafici, e quello dei numerosi volontari che hanno deciso di donare il loro tempo per accompagnarci in questo evento – ha commentato la musicoterapista Lotti – non sarà un semplice andare in scena, ma un condividere, attraverso il linguaggio musicale, emozioni, idee e stati d’animo».

Il progetto ha ottenuto il sostegno di diverse realtà dell’Alto Garda, tra cui Cassa Rurale Alto Garda, il Coro Castel di Arco, la Pro Loco S.Alessandro e Drobike. «Ci auguriamo che questo sia solo il primo di tanti altri eventi – ha aggiunto la responsabile della struttura di via Gazzoletti, Maria Chiara Giorgi – l’obiettivo è anche quello di favorire l’integrazione sociale e diffondere una reale cultura di accettazione delle diversità, e, in questo senso, avere certezza del sostegno del territorio per noi è molto importante».

“Siamo suoni” è uno spettacolo dentro lo spettacolo, aperto gratuitamente alla comunità. Senza effetti speciali, senza meccanismi nascosti dietro le quinte. Solo con i suoi personaggi e verità. Emozionanti e commuoventi.













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