giustizia

Corte Costituzionale, l’11 novembre finisce il mandato di Daria de Pretis

La giudice trentina è attualmente vicepresidente. Augusto Barbera presidente pro tempore, probabile successore di Silvana Sciarra alla guida



ROMA. La Corte costituzionale si prepara a un rinnovo profondo della sua composizione, a partire dal vertice. L'11 novembre scade il mandato della presidente Silvana Sciarra e dei suoi due vice, la trentina Daria De Pretis e Nicolò Zanon. E per la fine dell'anno prossimo dovranno lasciare altri tre giudici costituzionali, tutti eletti dal Parlamento nel 2015. Uscite destinate a cambiare il volto della Consulta.

Già da una quindicina di giorni, in vista della imminente addio di Sciarra - la professoressa di diritto del lavoro che è stata nel 2014 la prima donna eletta dal Parlamento alla Consulta - il collegio dei giudici ha indicato all'unanimità Augusto Barbera come presidente pro tempore. Con la fine del mandato dei vicepresidenti, il professore di diritto costituzionale eletto nel 2015 dal Parlamento su indicazione del Pd, è uno dei due componenti più anziani, condizione che condivide con il collega Franco Modugno. E proprio l'armonia che si è registrata sulla scelta di affidare a lui in questa fase transitoria la gestione della Corte, con il sostegno anche di Modugno, fa ritenere presumibile la conferma di Barbera quando, probabilmente tra un mese, il collegio rinnovato dei giudici si riunirà per eleggere il successore di Sciarra.

Martedì 7 è in calendario l'ultima udienza a cui parteciperanno Sciarra e i due vicepresidenti. E nella stessa settimana Sergio Mattarella comunicherà i due nuovi giudici di nomina presidenziale, che dovranno subentrare a De Pretis e Zanon. Visto che con le prossime uscite la componente femminile alla Consulta sarà dimezzata, è probabile che il capo dello Stato indichi tra i due nomi quello di una donna. Solo ipotesi sui curriculum che il presidente potrebbe prendere in considerazione: tra gli altri quelli di Ida Angela Nicotra, professoressa di diritto costituzionale all'università di Catania e moglie del consigliere del Csm Felice Giuffrè o di Gabriella Palmieri Sandulli, avvocata generale dello Stato, prima donna a ricoprire questo incarico. Tempi più lunghi sono attesi per la decisione del Parlamento, convocato per l'8 novembre in seduta comune per l'elezione del giudice che prenderà il posto di Sciarra.

La ragione è l'ampia maggioranza richiesta per la fumata bianca: i 2/3 nelle prime tre votazioni, poi i 3/5, cioè l'equivalente di 363 voti. Un traguardo a cui la maggioranza potrebbe arrivare solo con l'apporto di pezzi dell'opposizione, magari dei renziani, ipotesi comunque di non facile praticabilità, considerato che adesso è solo uno il giudice costituzionale da eleggere. Più facile che si trovi l'accordo con l'opposizione quando a dicembre 2024 si tratterà di sostituire Barbera, Modugno e il giudice Giulio Prosperetti. Il regolamento della Corte va comunque incontro alle difficoltà del Parlamento: quando il collegio dei giudici ha 14 componenti invece dei 15 previsti, per un mese non elegge il presidente; scaduti i 30 giorni, in questo caso l'11 dicembre, provvede comunque all'indicazione del nuovo vertice della Consulta. 













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