Se un necrologio ti ridà il sorriso



Quasi annichilito dalle ondate di cattiveria che mi è toccato leggere in questi giorni sui social network e sui giornali dopo la sciagura del barcone dei disperati, stavo per arrendermi all'idea che l'Italia è un paese irrecuperabile. Un luogo abitato da persone insensibili, miei connazionali che dovrebbero essere anche miei simili, ma che invece non riconosco più.

E invece questa sera mi è tornato un velo di speranza quando - sfogliando il Corriere della Sera - mi sono imbattuto nel necrologio che vedete in foto. Un annuncio funebre come tanti, sistemato vicino ai ricordi dedicati al rabbino capo emerito Elio Toaff o a tale "Peppo", pianto da parenti stretti e amici che non lo dimenticheranno. Ma - dicevo - lì nascosto tra le colonne del Corrierone c'era un omaggio pietoso rivolto (recita la dedica) ai "1000 poveri cristi che il mondo ha annegato nel Mediterraneo".

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Nessuna indicazione precisa sugli autori del testo di cordoglio per l’ultimo naufragio di migranti, la cui paternità viene riferita a “Edoardo e Guido”. Apprendo da una breve ricerca che la pubblicazione del messaggio dovrebbe essere costata 250 euro.

Un piccolo gesto, ma di enorme sensibilità che ci ricorda che quando toccherà anche a noi finire nella pagina dei necrologi le differenze di sesso, religione, provenienza o ceto sociale, non ci interesseranno più.













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