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Sarri e l’Alto Adige: storia di una firma sfumata per un pelo

L’allenatore che oggi fa impazzire Napoli, tre anni fa stava per diventare biancorosso. Piazzi: «Avevamo già trovato l’accordo»


di Daniele Loss


BOLZANO. Il Napoli gioca il miglior calcio di tutta la serie A e Maurizio Sarri è l'allenatore del momento, senza dubbio. Arrivato in riva al Golfo tra lo scetticismo generale, il tecnico dei partenopei si è già “preso” Napoli e la sua tifoseria, ha rigenerato Insigne e Higuain, mai così decisivo come in questo momento. Da Empoli alla corte di De Laurentiis il salto è enorme, ma probabilmente non tutti sanno che Sarri “rischiò” seriamente di non approdare sulla panchina della formazione empolese perché, nella primavera 2012 l'ex tecnico di Sansovino, Sangiovannese, Pescara, Arezzo, Avellino, Verona, Perugia, Grosseto, Alessandria e Sorrento fu ad un passo dall’approdare all’Alto Adige. O meglio: tra Sarri e la società di via Cadorna era praticamente tutto fatto e mancava solamente il cosiddetto “nero su bianco”.

Luca Piazzi, tutt’ora direttore sportivo del sodalizio altoatesino, aveva scelto proprio Sarri quale successore di Giovanni Stroppa, nel frattempo passato al Pescara, nonostante l’allenatore, napoletano di nascita ma toscano d’adozione, fosse reduce da una stagione non troppo positiva al Sorrento. Poi, però, nel momento “caldo” della trattativa successe qualcosa che impedì il suo approdo a Bolzano. «Sarri – racconta Piazzi, che in fatto di allenatori ci ha sempre visto “lunghissimo” - venne tirato in ballo nell’ambito dell’inchiesta sul calcioscommesse. Di lì ad una quindicina di giorni (esattamente il 18 giugno 2012, ndr) venne prosciolto da ogni accusa, ma in quel momento non ce la sentimmo di attendere e decidemmo di puntare su Vecchi, un altro tecnico che seguivamo da tempo. Subito dopo Sarri firmò con l’Empoli e iniziò il suo percorso, più che positivo, alla guida della formazione toscana. Avevamo raggiunto l’accordo ed era tutto fatto per il suo arrivo all’Alto Adige. Poi le cose andarono diversamente».

Piazzi, sia personalmente che tramite la sua fittissima rete di collaboratori dislocati lungo tutta la penisola, seguiva Sarri da una decina d’anni, da quando il 56enne napoletano allenava il Sansovino tra i dilettanti, con cui conquistò una storica promozione in Lega Pro. «E già allora – prosegue il diesse dell’Alto Adige – si vedeva che era un tecnico che nulla aveva a che vedere con le categorie “minori” e, successivamente, ha dimostrato di essere un allenatore da serie A e non da serie B o Lega Pro. Basta leggere la tesi con la quale si è diplomato a Coverciano per comprendere che si tratta di un tecnico preparatissimo e meticoloso. E, aggiungo, una persona splendida con un’umiltà fuori dal comune. Il Napoli? Una gran squadra guidata da un ottimo tecnico che, nonostante sia approdato in un club importante, non è cambiato. L’ho sentito telefonicamente la scorsa estate e ho trovato la stessa persona che avevo conosciuto qualche anno fa».

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