L'INTERVISTA marko podrascanin  

«Quest’Itas può crescere  e arrivare fino in fondo» 

Volley SuperLega. Il centralone serbo protagonista del buon momento della squadra gialloblù culminato nel successo sulla Lube: «Adesso ci alleniamo tutti assieme e si vede»


Paolo Trentini


Trento. Un centrale più prolifico degli schiacciatori. Tra i giocatori più in evidenza lunedì scorso contro Civitanova, tra i protagonisti del buon momento in generale dell’Itas Trentino, c’è Marko Podrascanin. Il centrale serbo ha fatto spesso la differenza con diversi muri decisivi e con percentuali di realizzazione altissime quando chiamato in causa dal suo palleggiatore. Al punto da “permettersi” di arrivare in doppia cifra in più di un’occasione. Se il brutto momento dei whites è alle spalle lo si deve anche e soprattutto al “Potke” che con il connazionale Lisinac forma una delle migliori coppie di centrali in Italia e in Europa. Uno dei primi a guarire dal virus, Podrascanin, come molti dei suoi colleghi, ha faticato un po’ a riprendere il ritmo dopo il lungo stop, ma ora si è ripreso alla grande e sta trascinando la sua squadra verso le zone alte della classifica.

Marko la stagione è iniziata male non solo dal punto di vista sportivo ma anche da quello della salute.

Un brutto periodo. Io e Liske siamo risultati positivi a Covid-19 mentre eravamo in Serbia con la Nazionale. Abbiamo rispettato l’isolamento, poi la quarantena in Serbia e al ritorno in Italia. Siamo stati ulteriormente sfortunati perché tutti i nostri compagni di squadra si sono contagiati uno alla volta e di conseguenza abbiamo rinviato le partite di novembre. La cosa che più conta, però, è che nessuno di noi ha avuto sintomi gravi.

E ricominciare non è stato facile.

È stato strano. Eravamo abituati a giocare tutta l’estate con le Nazionali, mantenere la condizione al top anche nei mesi caldi e riprendere la preparazione con i club in una forma abbastanza buona. Invece quest’anno siamo ripartiti da zero. Siamo rimasti lontano dai campi quasi 7 mesi senza allenamenti. È stato duro, difficile, già nelle prime amichevoli si è capito che questo campionato sarebbe stato anomalo, però alla fine credo che dopo 3-4 mesi che ci alleniamo, piano piano stiamo prendendo il ritmo giusto e il livello di gioco ne ha risentito in maniera positiva.

Il virus ha stravolto tutto, anche date e orari di gioco.

Senza dubbio, a partire dalle bolle di Champions, 3 partite in 3 giorni, fino alla partita di lunedì. Sono in Italia da 15 anni e non ho mai giocato alle 3 del pomeriggio, però ha portato bene.

Un inizio di campionato difficile, poi sono arrivati i risultati.

Prima di arrivare a Trento conoscevo gran parte dei miei nuovi compagni e so che possiamo arrivare in fondo a ogni competizione. Dalla teoria alla pratica, con 5 nuovi giocatori in campo è un’altra cosa. Con pazienza siamo cresciuti poco alla volta e siamo contenti di quello che stiamo facendo. Siamo sulla strada buona per arrivare dove vogliamo e lunedì si è visto.

Per battere la Lube cosa avete fatto?

L’aspetto fondamentale è che da qualche giorno possiamo allenarci tutti insieme o quasi e questo ci ha fatto fare un balzo enorme, ci stiamo impegnando molto e abbiamo qualche margine in più rispetto altre squadre. Ora che siamo “coperti” dal virus, poi, possiamo stare tranquilli e concentrarci solo su allenamenti e partite.

Si aspettava un campionato così?

Dopo quello che ho passato da febbraio ero pronto a qualsiasi cosa. Lçe squadre che si sono adattate prima e meglio a questo periodo e a giocare senza tifosi stanno giocando meglio. Penso soprattutto a Vibo o Piacenza.

Voi cosa dovete fare?

Per un paio di giorni ci godiamo il successo di lunedì grazie al quale siamo consapevoli di poter sconfiggere anche Civitanova e Perugia, squadre che arriveranno in fondo alle competizioni in Italia e in Europa. Per continuare a vincere dobbiamo sempre pensare di poterlo fare e guardare solo a cosa accade nel nostro campo. Il nostro destino in Italia e in Europa dipende soprattutto dal nostro livello di gioco.

Dove potete ancora alzare l’asticella?

Vedendo la squadra direi che i margini più ampi di miglioramento li abbiamo al servizio. Sappiamo di avere una battuta importante, ma negli ultimi 4 anni a livello mondiale questo fondamentale ha assunto sempre più importanza e lì dobbiamo ancora migliorare.

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