Gli ultimi vincitori italiani incoronano i tifosi trentini 

Testimonial d’eccezione. Fulvio Valbusa (primo nel 2000) e Gabriella Paruzzi (nel 2004):  «In queste valli non gareggi mai da solo». L’ambassador Paternoster: «Per me è un onore»



Milano. La Marcialonga è da tanti anni diventata appuntamento fisso per amatori e campioni delle discipline sciistiche e non, come dimostrano i tanti atleti intervenuti alla presentazione di ieri. L’ultimo vincitore italiano della competizione, Fulvio Valbusa, dopo aver elogiato la manifestazione, ha ricordato il suo successo arrivato nel 2000 con una “spaccata” all’ultimo secondo, spiegando anche: «Per me la Marcialonga è una gara a sé stante, fatta in mezzo alla gente, respirando l’aria di questi paesi. È speciale per gli spettatori, ma è emozionante anche per gli atleti, non ti senti mai da solo. È una gara che facevamo un po’ “per sfizio” –ha aggiunto rivolgendosi anche a Gabriella Paruzzi- perché da italiani bisogna vincere la Marcialonga. La Val di Fiemme, oltretutto, ce l’ho nel cuore anche perché a Lago di Tesero ho vinto la mia prima gara di Coppa del Mondo».

La seconda casa di Albarello

Nel suo intervento Marco Albarello, ex sciatore di fondo valdostano e campione olimpico, ha commentato: «La Val di Fiemme è la mia seconda casa, lo è sempre stata e lo è tutt’oggi». Albarello si è anche complimentato con i campioni di questa competizione: «Soprattutto i primi cento classificati di queste manifestazioni hanno delle doti fisiche incredibili, che permettono loro di fare questo genere di chilometraggi usando quel tipo di tecnica».

Presente anche Gabriella Paruzzi, oro olimpico nella 30 km a tecnica classica a Salt Lake City nel 2002 che, dopo aver visionato uno spezzone del suo trionfo nel 2004, ha raccontato: «Grazie a questa gara, nell’unica edizione in cui faceva parte del calendario di Coppa del Mondo, ho avuto la fortuna di conquistare molti punti, vincendo poi a fine stagione la “sfera di cristallo”. Ho avuto la gioia ed il piacere di gareggiare in queste valli dove c’è un clima molto diverso rispetto alle altre competizioni, c’è un ambiente quasi surreale, sei seguito dal pubblico dall’inizio alla fine: è stata un’esperienza particolare che rimarrà per sempre nel mio cuore».

La Paternoster testimonial

Tra i testimonial della manifestazione anche della giovane campionessa trentina delle due ruote Letizia Paternoster, che ha subito tranquillizzato la platea in merito all’incidente capitato pochi giorni fa: «Per fortuna è andata così, sono stata fortunata perché poteva andare peggio – aggiungendo - Sono onoratissima di essere “ambassador” di Marcialonga, una gara ospitata in Trentino, la mia terra. Sicuramente sarò presente in due di questi eventi e sono certa che la diretta di Sky potrà far appassionare le persone da casa».

Infine, a parlare della “loro” Marcialonga, sono stati i trentini Bruno Debertolis (Team Trentino Robinson) e Mauro Brigadoi (SottoZero Gold Team), che hanno raccontato come questa sia “la gara” che li ha accompagnati nell’arco della loro vita.L.D.D.

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