Arbitro minacciato e inseguito in auto

Calcio Allievi. Un anno di squalifica per il giovane calciatore dell’Ischia che l’ha affrontato, 250 euro alla società


di Maurizio Di Giangiacomo


TRENTO. Quante settimane sono passate dall’ultimo allarme sugli arbitri sempre più nel mirino lanciato dal sottoscritto dalle colonne di questo giornale? Due settimane? Ecco, ci risiamo. E non parliamo dell’ormai consueta – purtroppo – classica aggressione nei confronti del direttore di gara reo di aver sbagliato, come del resto fanno tutti gli esseri umani, specie i calciatori.

Domenica ad Ischia, durante e dopo il derby perso dagli Allievi provinciali contro i pari età della Fersina Perginese (4-0), non si è badato a spese. Come si legge dalla sentenza del giudice sportivo, F.O., «espulso per fallo violento e volontario su un avversario, offendeva e minacciava il direttore di gara. Raccoglieva il pallone e, avvicinatosi all’arbitro, glielo lanciava contro con le mani e con forza (...) reiterando le offese e le minacce. Mentre veniva allontanato a forza dai propri compagni». Condotta per la quale è stato squalificato praticamente per tutta la stagione (potrà rientrare il 22 settembre 2013). Fino al 20 dicembre è stato inibito anche il dirigente dell’Ischia M.O..

Alla società vasuganotta è stata invece comminata un’ammenda di 250 euro per l’incredibile episodio avvenuto dopo il triplice fischio. Sempre dal comunicato del giudice sportivo: «Sostenitori di parte, dopo aver per tutta la durata dell’incontro offeso e minacciato l’arbitro, al termine della gara inseguivano l’automobile del direttore di gara per circa tre chilometri, puntandogli gli abbaglianti e avvicinandosi pericolosamente al punto da mettere a repentaglio l’incolumità personale».

E qui è chiaro che è stabilito un poco invidiabile record. Ne è convinto anche il presidente del Comitato regionale della Federcalcio, Ettore Pellizzari. Che distingue i due piani. «Non commento le decisioni della giustizia sportiva, le rispetto – dice il massimo dirigente del calcio trentino – Fin che è possibile si fa prevenzione, poi si deve reprimere. Nel caso qualcuno ritenga la sanzione non congrua, c’è la possibilità del ricorso, anche perché il giudice sportivo si attiene unicamente a quanto scritto dall’arbitro».

Altro discorso quello che è avvenuto fuori dal campo. «Come si fa a rendersi protagonisti di gesti di tale gravità?», taglia corto Pellizzari, auspicando che episodi come quelli delle ultime settimane non si ripetano e sottolineando come, anche nella relazione sull’attività della Federazione che sta preparando in vista dell’assemblea elettiva del 3 dicembre, la lotta alla violenza ed al razzismo è indicata quale impegno prioritario della sua gestione.

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