Il passato, lezione per il futuro

Le iniziative del Museo della guerra a Rovereto hanno valore formativo

TRENTO. Il Centenario era atteso da tempo. La rete museale europea che si occupa di Grande Guerra è molto ampia. In questi ultimi anni chiunque abbia viaggiato in Francia, Gran Bretagna, Germania e Belgio, ma non solo, ha certo avuto modo di rendersi conto come, in questi Paesi, ci si sia preparati da tempo e per tempo all'anniversario. In Italia, invece, siamo partiti con un certo ritardo e sono state le Regioni, e per il nostro territorio la Provincia, a supplire, almeno in parte, a una presenza un po' incerta e non del tutto convincente a livello nazionale». Camillo Zadra, direttore del Museo della guerra di Rovereto, affronta il Centenario della Prima guerra mondiale, le cui iniziative sono appena partite e che andranno avanti fino al 2018, partendo da un quadro europeo per poi declinarlo su scala locale.

«Come Museo della guerra - prosegue - abbiamo dedicato gli ultimi anni a costruire relazioni e a consolidare, in tutti gli ambiti possibili, la consapevolezza dell'importanza della Prima guerra mondiale nella storia del nostro Paese e dell'Europa. Il Centenario non rappresenta solo una data da ricordare ma l'occasione per valutare la storia del nostro tempo, sia per il passato che per il presente. La Grande Guerra non è stata solo un evento militare ma un punto di svolta nella storia europea». Da parte del Museo della guerra, quale l'impegno per il Centenario? «Il nostro impegno, nonostante i lavori di restauro del Castello che proseguono, è coinvolgere i visitatori in un'esperienza significativa, riuscendo a comunicare un argomento che può sembrare legato solo al passato, in un'occasione per riflettere sul presente. Questo proponiamo nel nostro percorso espositivo».

Il nostro territorio nel campo della ricerca storiografica, che contributo ha offerto? «In questi ultimi decenni la storiografia ha fatto passi in avanti considerevoli e, in questo lavoro, certo abbiamo contribuito anche noi insieme alle altre realtà istituzionali del territorio e a diversi gruppi di ricerca. E' emerso un grande patrimonio di documenti, dai diari alle lettere dei soldati. Oggi la ricerca sta sviluppando maggiormente l'aspetto della cultura di guerra, l'esperienza vissuta dalle popolazioni civili e dai militari. C'è anche un ritorno di attenzione su come la guerra abbia influito su società e Stati predisponendo quel quadro di riorganizzazione europea che si concretizzò nella formazione delle "grandi" dittature che hanno cambiato, in tutta Europa, la forma del rapporto cittadino - Stato».

Il Museo della guerra coordina la Rete Trentino Grande Guerra composta da 19 musei sparsi sul territorio. In occasione del Centenario, con che prospettive di sviluppo? «I musei sono spazi di comunicazione. Ciò che la Rete cerca di fare, e svilupperà ancora di più, è consentire a un pubblico ampio, non solo "specializzato", di trovare ovunque lo stesso livello di informazioni e servizi. In modo che l'intero territorio sia capace di esprimere un'elevata qualità di accoglienza. Stiamo lavorando su questo, realizzando materiali informativi rivolti anche ai giovani, fino ai bambini. Un pubblico, quest'ultimo, che avendo davanti a sé più futuro ha forse bisogno di capire maggiormente le fondamenta della nostra storia».