Economia trentina Il futuro è nero per 6 industriali su 10

Il presidente Mazzalai presenta l’analisi congiunturale Quasi raddoppiate le previsioni di flessione, export ok


di Maddalena Di Tolla


TRENTO. È nettamente negativa, per gli industriali trentini, la valutazione sulla congiuntura dell'economia trentina e nazionale. Anzi, il pessimismo cresce. Ieri mattina è stata presentata, in Confindustria, la semestrale indagine sul “sentiment” delle imprese provinciali, alla presenza del presidente Paolo Mazzalai e del direttore Roberto Busato. L'indagine è curata da Confindustria, in collaborazione con Fondazione Nord Est e il sostegno di Mediocredito del Trentino Alto Adige, per il quale erano presenti il presidente Franco Senesi e il direttore Leopoldo Scarpa.

Il 61% degli industriali esprime una valutazione di flessione dell'andamento dell'economia trentina nel secondo semestre 2011(era il 35% nel primo), il 35% di stazionarietà, solo il 4% ha visto segnali di cambiamento positivi. L'80% del campione vede un futuro di flessione per l'Italia mentre l'economia mondiale si valuta in crescita.

Le aspettative per il prossimo semestre in Trentino sono altrettanto negative: il 49% si aspetta un'ulteriore flessione, solo il 10% prevede la crescita.

Per quanto riguarda i parametri aziendali, il 75% del panel esprime fiducia nelle proprie capacità (molta meno nei finanziamenti dalle banche) ma stazionarietà dei risultati per ordini, produzione e uso degli impianti nel prossimo trimestre. Anche con riferimento all'andamento economico del Nord Est, il 70% degli industriali trentini intervistati prevede una flessione e il 25% la stabilità. Stabile, invece, il livello occupazionale in provincia. Si salva solo la prospettiva per l'export, considerato che le vendite su estero risultano addirittura cresciute rispetto al semestre precedente.

«Questa crisi – ha chiosato il presidente Mazzalai – costringerà chi sopravviverà a un adattamento, quasi di tipo biologico, al mutato contesto economico globale». In particolare, secondo il leader degli industriali, le aziende trentine che vendono solo sul mercato domestico, dovranno innovare. Come? «Ottimizzando il processo produttivo, migliorando le tecnologia di prodotto, riducendo gli sfridi - ha spiegato Mazzalai - e attuando una ristrutturazione finanziaria, magari anche con dei venture capital».

Sul fronte internazionalizzazione però si è ricordato che, nonostante la fama di grandi mercati in crescita dei paesi Bric (Brasile, Russia, India, Cina), il mercato principale di esportazione per le aziende trentine resta quello classico della Germania. «Il futuro comunque – ha chiosato il presidente – per l'export sarà la rete di imprese». In attesa, in ogni caso, della “fase 2” dell'azione di governo, perché di sole tasse si muore, ricorda Mazzalai.

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