Bitcoin, tra i record e il rischio bolla 

Superata i 19 mila dollari. L’allarme di Stiglitz. E Ruggiero (direttore Bankitalia Trento): «Non è una forma di investimento»


di Ubaldo Cordellini


TRENTO. Il Bitcoin brucia ogni record. Ormai ha superato la soglia dei 19 mila dollari e gli scambi quotidiani valgono 10 miliardi al giorno. La criptovaluta vale ormai più della Coca Cola, ma gli osservatori, a partire dal premio Nobel Joseph Stiglitz avvertono dell’enorme rischio bolla. Per Stiglitz andrebbe messo addirittura fuori legge. Altri osservatori sono più prudenti, ma spiegano che, in mancanza di un regolatore e di norme di riferimento certo, il Bitcoin come del resto tutte le altre criptovalute rappresentano un enorme rischio per chi ne fa un uso improprio, ovvero per chi le usa come investimento invece di usarle per quello che sono, ovvero uno strumento di pagamento. Le fluttuazioni di questo ultimo periodo con picchi vicini ai 19 mila dollari e improvvise discese fino a 9 mila dimostrano che il rischio di perdita di valore improvvisa è reale. Anche il direttore della sede regionale della Banca d’Italia Pier Luigi Ruggiero mette in guardia dai pericoli e invita a considerare il Bitcoin per quello che è: “Noi non diciamo che è illegale, ma avvertiamo che quando non si ha l’educazione finanziaria adeguata non è bene considerare il Bitcoin come una riserva di valore. E’ una criptovaluta, una frontiera evolutiva dei sistemi di pagamento. Non è una forma di investimento. Per questo noi invitiamo ad avere una grande attenzione. Lo dimostrano anche le recenti fluttuazioni. Era arrivato a 11 mila dollari, poi è sceso a 9 mila, poi è risalito ben sopra i 10 mila dollari. In una situazione come questa i rischi sono alti. Per questo motivo non può essere considerato una riserva di valore”. Insomma, non si può pretendere di compra Bitcoin e di lasciarli a dormire pensando che il loro valore salga automaticamente. Soprattutto in una situazione come questa, con la criptovaluta che ha già quotazioni altissime. Il rischio che la bolla scoppi lasciando molte persone con un pugno di mosche in mano è troppo elevato. Per questo motivo ci si deve avvicinare a strumenti di questo tipo solo se si hanno gli strumenti e le conoscenze adeguate.

Ruggiero, poi, spiega nel concreto quali sono i rischi: “Le criptovalute non hanno un regolatore e non si sa da chi vengono movimentate. Ma nca quella che viene chiamata la tracciabilità delle valute. Non si sa chi detiene la Block Chain e chi ha il controllo. Non è garantito nulla. Non c’è un organismo di vigilanza. Non ci sono regole. Non c’è nulla se non un algoritmo. Questo è bene che si sappia”. Ruggiero, nel classico stile felpato e prudente della Banca d’Italia, però, non boccia del tutto il Bitcoin: “E’ una modalità innovativa di pagamento. Tutto quello che è un’evoluzione che permette pagamenti innovativi lo guardiamo con attenzione, però, ripeto un investimento è altra cosa. Quando ci si avvicina a strumenti come questi bisogna avere una certa educazione finanziaria, bisogna sapere di cosa si sta parlando. Per questo noi della Banca d’Italia abbiamo avviato quest’anno una serie di percorsi formativi e incontri per diffondere l’educazione finanziaria sul territorio. C’è bisogno che la gente sappia la i rischi che corre quando investe i propri soldi e con il Bitcoin rischi ce ne sono”.

Ma la corsa senza fine del Bitcoin trascina anche tutte le altre valute. Un mondo virtuale che adesso vale 376 miliardi di dollari. Un criptomondo che vale molto più di società molto concrete come la Exxon o Citigroup. Però gli esperti invitano a tener conto che sotto non c’è niente. Anche se adesso gli acquisti vengono spinti dall’imminente partenza dei futures a Chicago con contratti che saranno regolati per contanti. Del resto lo stesso vicedirettore generale di Banca d’Italia Fabio Panetta aveva spiegato che il Bitcoin come tutte le criptovalute sono “soggette a repentine crisi di fiducia”. Sul sito di Banca d’Italia compare anche un’avvertenza ufficiale che spiega cosa sono le criptovalute e che invita a fare attenzione: “Non hanno un corso legale e pertanto non devono essere accettate obbligatoriamente, ma possono essere usate per acquistare beni o servizi solo se il venditore è disponibile ad accettarle”. Troppo poco per considerarle una forma di investimento, se non altamente speculativo e, quindi, altamente rischioso.













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