Artigiani, De Laurentis confermato alla presidenza

La sua è stata una corsa senza rivali: rieletto con 36 voti a favore e due astenuti «Troppa nebbia verso le elezioni. La politica si fa all’interno dell’associazione»


di Roberto Colletti


TRENTO. “Viviamo in anni d'incertezza, finanza e banche vorrebbero farci pagare il costo dalle loro speculazioni, la politica non riesce a partorire una visione credibile. Dobbiamo contare su noi stessi. Lo abbiamo fatto e lo faremo ancor di più facendo rete, rilanciando la voglia di partecipare, rafforzando l'Associazione perché fornisca più servizi e perché le imprese, qui, si sentano a casa propria...” E' stata una galoppata solitaria quella di Roberto De Laurentis ieri sera lanciato, senza rivali, verso la rielezione per il secondo mandato. Il consiglio direttivo, 40 “grandi elettori” riuniti nella Sala del Duecento, lo ha confermato senza incertezze: 36 voti e 2 schede bianche su 38. Subito dopo ha eletto i due vice presidenti: Narciso Marini di Storo e Claudio Ropelato di Borgo Valsugana. Se qualche consigliere nutriva qualche riserva su De Laurentis - 61 anni che non dimostra, carattere mastino e polemista naturale – l'ha messa da parte. Solamente dalla Vallagarina è venuto qualche mugugno. Del resto non è certo il momento di cambiare guida quando l'economia minaccia un 2013 peggiore dell'anno precedente e la politica mostra scenari evanescenti dai quali non emerge alcun segnale sicuro. Un disagio che si è riflesso anche nelle ultime assemblee comprensoriali degli Artigiani, meno frequentate e svogliate.

Stanchezza per la lunga crisi, certo, timori per il futuro incerto. E' per reagire a questi comprensibili sentimenti che il presidente, uscente ed entrante, s'è lanciato in un'appassionata perorazione dello spirito artigiano, che vive della trinità impresa-famiglia-territorio, che non delocalizza, che paga le tasse “più di tanti capitani dell'internazionalizzazione che poi nascondono gli utili in qualche paradiso fiscale in barba al sostegno, proclamato più che praticato, della nostra autonomia.”

E' il terreno, quello della battaglia polemica, su cui De Laurentis domina: per rilanciare la politica associativa, ha detto, per rafforzare la rete che Assoartigiani è riuscita a consolidare. E', in effetti, una “macchina” notevole, oltre 250 dipendenti, che fornisce servizi a 13.500 imprese con 40 mila occupati attraverso la Cooperativa di garanzia, Caf Imprese, Sapi, l'Ente bilaterale. Ed è pronta a lanciarsi nella previdenza sanitaria, con la Mutua Artieri ed il recente accordo con Cgil, Cisl e Uil per la creazione del fondo provinciale. “E' il sistema artigiano su cui possiamo contare per superare i tempi difficili” proclama “è il nostro modo di fare politica sindacale ed affermare il nostro ruolo nell'economia e nella società.”

A proposito di politica, ma quella delle elezioni provinciali d'autunno. Una tentazione che De Laurentis ha avuto e, probabilmente, ancora cova. Ma “c'è troppa nebbia, c'è povertà di visione” ha dichiarato qualche giorno fa “si può fare politica, anzi si “deve”, dedicandosi alla propria associazione.” Oggi, dunque, De Laurentis è al cento per cento presidente degli Artigiani, determinato a guidare l'Associazione fino al 2016. Le spalle, del resto, se l'è fatte. Nei quattro anni trascorsi, dominati dalla cappa della recessione, ha gestito il congelamento, la chiusura probabilmente, dello sfortunato progetto ex Cederna, ha potenziato la struttura dell'Associazione, ha rilanciato il protagonismo artigiano non facendosi mancare alcuna occasione polemica contro banche, Casse rurali, Cooperazione e Confindustria. Con i sindacati, invece, ha spesso trovato l'accordo e, assieme a Confcommercio e Confesercenti, ha dato vita all'alleanza di Rete Imprese Italia.

Molto fumo, poco arrosto, dicono i critici. Sarà, ma il bilancio dell'Associazione chiude il 2012 con il fatturato passato negli ultimi quattro anni da 16 a 20 milioni, il risultato lordo di 1,7milioni ed il netto a quota 650 mila euro. “Utili che coprono le perdite dell'affare Cederna” replica a chi gli ricorda quel guaio. Così De Laurentis riparte a tutto gas, magari attento stavolta, almeno da qui al prossimo autunno, a non investire altri orsi a spasso sulla Gardesana. Magari votano.

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