Coop Primiero, si profila l’accordo con Brocchetto 

Primiero. L’assemblea dei soci della Famiglia cooperativa di Primiero ha approvato all’unanimità il bilancio, che solo in parte recepisce gli effetti benefici del rilancio, dopo la chiusura...



Primiero. L’assemblea dei soci della Famiglia cooperativa di Primiero ha approvato all’unanimità il bilancio, che solo in parte recepisce gli effetti benefici del rilancio, dopo la chiusura protrattasi fino a stagione estiva 2018 inoltrata, per le note vicende amministrative e giudiziarie legate alle autorizzazioni urbanistiche e di commercio che ha portato alla chiusura per venti mesi del principale punto vendita di Transacqua; i responsabili della cooperativa sono del parere che si sia intrapresa una strada in discesa per la composizione della vertenza.

Confortanti sono anche i dati del bilancio. Il risultato di esercizio ammonta a 35.118 euro, dopo aver destinato 16 mila euro di ristorno ai soci, che sarà distribuito in maniera graduale in proporzione agli acquisti effettuati. Un segnale di attenzione per coloro che anche in un momento di difficoltà sono sempre stati vicini alla cooperativa. Ricavi a 6,5 milioni, patrimonio netto a 3,6. Cala la posizione finanziaria netta, da 4,3 a 3,2 milioni di euro. A giugno di quest’anno le vendite hanno superato quelle del 2016, prima della chiusura. E il numero dei soci in questi anni ha continuato a salite, ora sono 1500. Nel piano di rilancio è previsto un aumento di capitale che sarà sottoscritto da Promocoop Trentina e Sait per 600 mila euro, sotto forma di azioni di sovvenzione.

E poi l’annuncio che tanti volevano sentire; infatti la presidente Francesca Broch ha informato ufficialmente i soci che a metà maggio le parti coinvolte nella vertenza (Famiglia Cooperativa, Primiero Sviluppo, Promocoop, Cooperfidi e la famiglia Brocchetto) hanno siglato un accordo di massima, che potrebbe preludere entro la prossima primavera ad una definitiva chiusura della vicenda. «È solo un mattone - ha commentato Broch – che pone le basi per un progetto condiviso tra persone nel rispetto dei ruoli e interessi».

Comunque la presidente preferisce restare con i piedi per terra: «Da questa vicenda nessuno esce vincitore, la Famiglia cooperativa si ritrova indebolita sotto tutti i punti di vista, anche quello della reputazione. Ancora oggi non possiamo dare certezze. Abbiamo alle spalle quasi due anni di chiusura del nostro negozio principale e quello che tiene su l’intera cooperativa, quattro ricorsi, un impegno finanziario da rispettare e un credito per l’acquisto della sede che mina la continuità aziendale».

Infine l’assemblea, in sede straordinaria, ha modificato lo statuto in modo da consentire il rinnovo dell’attuale consiglio per un solo anno, constatata l’opportunità che a condurre le trattative per la chiusura della vertenza siano gli stessi amministratori che hanno gestito la cooperativa fin qui. Inoltre, ha argomentato la presidente Broch, in questo momento ancora di incertezza non è facile trovare candidati: «abbiamo inviato 1.500 moduli di presentazione candidatura, ne sono tornati zero…». La proposta è passata con 5 voti contrari e 9 astenuti. R.B.













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