l’assemblea

Cantina Vivallis, Orsi passa il testimone a Mauro Baldessari

Riuniti a Volano i 750 soci per il bilancio 2020: aumentata la liquidazione delle uve, ottime le rese


Carlo Bridi


VOLANO. Assemblea in presenza al teatro di Volano dei 750 soci della Cantina Vivallis. Molte le novità, ma sicuramente la più importante per la vita della società cooperativa è quella del passaggio di testimone fra Adriano Orsi che lascia la presidenza dopo 16 anni, e Mauro Baldessari.

Lasciata la direzione appena pochi mesi fa dopo oltre 18 anni, dei quali 16 fatti in accoppiata con Orsi, Baldessari è stato eletto all’unanimità per acclamazione e rientra ora come presidente “in puro spirito di servizio in quanto qui ho trascorso molti anni della mia vita professionale”. “Ora – ha detto – c’è tanta voglia di rimboccarci le maniche per portare avanti quanto impostato in questi anni assieme ad Orsi. Ma sono molto ottimista, prosegue il neo presidente, in quanto ho un Cda molto coeso ed una compagine sociale orgogliosa di appartenere a Vivallis".

L’ultimo step per la cantina è stata la completa ristrutturazione. “Abbiamo speso 25 milioni di euro, ma ora abbiamo una struttura bella e funzionante, conclude il presidente. Questo, senza distogliere l’attenzione dal ruolo principale della società che è quello della valorizzazione al meglio delle uve conferite dai soci.

La liquidazione media delle uve portate in cantina nel 2020 è di euro 133.59 a quintale, contro i 120.39 del precedente esercizio quindi con un aumento pari al 19%. La resa media ad ettaro, ed è questa lo cosa più importante, è stata pari a 17.401 euro contro i 14.629 dell’anno precedente.

Abbiamo chiesto alla direttrice entrata da pochi mesi a sostituire Baldessari, Paola Gregori, con quale spirito ha affrontato questa sua prima importante assemblea. “Con spirito ottimistico – risponde –  possiamo essere felici per l’ottimo bilancio che abbiamo presentato ai nostri soci”. E prosegue: “Ci manca l’identità di paese perché i nostri soci provengono da ben 12 comuni, ma il senso di appartenenza cooperativa è molto forte”.

“La sede ristrutturata, ricorda, non è più solamente un luogo dove si fa il vino, ma è luogo di scambi culturali, un centro che è destinato ad ospitare sempre più in futuro eventi con l’obiettivo di valorizzare anche altri prodotti locali che ben si abbinano con il nostro vino. Abbiamo realizzato anche una nuova sala congressi, da 240 posti, unico caso in destra Adige. Nuovo anche il punto di vendita e l’idea di andare ad intercettare un nuovo filone di consumatori o meglio di consumatrici, la cantina delle donne che sono osservatrici più attente degli uomini”. Da ultimo ricorda Gregori, “vogliamo sfruttare il nuovo trend del mercato del vino che è diventato un bene social, come simbolo di aggregazione e uno status symbol”.













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