Zeni incassa il sì del Pd, ma Upt e Patt frenano sui tempi

Timori per i riflessi sul consenso nei territori, c’è chi punta a far slittare la riforma dopo il 2018. Anche Rossi è cauto



TRENTO. Se qualcuno ieri si aspettava che per l’assessore Luca Zeni i problemi arrivassero dal suo partito, il Pd, dove nei mesi scorsi Borgonovo Re, Civico e Plotegher si erano smarcati in aula, le cose sono andate diversamente. La frenata sulla riforma del welfare per gli anziani è arrivata da altri settori della maggioranza, Upt e Patt. Nel mirino gli accorpamenti delle Aziende pubbliche di servizi, che dalle 41 di oggi si ridurrebbero a 16, e le conseguenze che le fusioni avrebbero sui territori in termini di consenso alla vigilia di un anno elettorale, il 2018. Un tema di opportunità politica, dunque. E la battaglia a questo punto si sposta sui tempi di attuazione della riforma, che qualcuno non vedrebbe male far slittare a dopo il 2018.

«Il problema non è mandare a casa un presidente di Apsp ma di tutelare il rapporto con la comunità», ha detto il capogruppo Upt Giampiero Passamani, che a Zeni ha chiesto di ragionare «territorio per territorio», tenendo conto di quelli più vasti, Giudicarie, Ledro, Bassa Valsugana, Vallagarina. Le fusioni nelle Giudicarie non piacciono a Mario Tonina (Upt), quelle nell’Alto Garda e Ledro non vanno giù a Luca Giuliani (Patt). I presenti all’incontro raccontano che anche il presidente Ugo Rossi ha condiviso le perplessità sui tempi e suggerito gradualità, spiazzando lo stesso Zeni. Alla fine nel comunicato della maggioranza si dice che «sulla tempistica e le modalità di concreta realizzazione delle misure, la maggioranza ha dato mandato all'assessore di confrontarsi con tutti gli attori del sistema per mettere a punto il percorso da affrontare nella maniera più condivisa possibile».

In mattinata era arrivato il via libera del Pd: «Il gruppo ha condiviso l'impostazione generale della riforma, che potenzia i servizi complementari alla residenzialità in casa di riposo e coinvolge il terzo settore nelle politiche di integrazione socio-sanitaria», spiega il capogruppo Alessio Manica». Per Mattia Civico «l’impianto generale è condivisibile, rimangono alcuni punti aperti sui quali assessore si è detto disponibile a ragionare: ruolo del terzo settore, ruolo della medicina di base, valutazione dei fabbisogni presenti e futuri». Il capogruppo del Patt Lorenzo Ossanna spiega che «la riforma è in linea con le aspettative», «in certe situazioni potrà essere rivista, sugli accorpamenti è stata rilevata la necessità di approfondire là dove ci sono territori con più case di riposo». Per Luca Giuliani «L’impianto va bene, ma va concertato con le Apsp che conoscono il territorio». Dall’opposizione interviene Walter Viola (Pt) che rimprovera a Zeni uno «stile renziano» e un confronto ampio con soggetti interessati e forze politiche: «Il problema non è fare le cose in fretta, ma farle bene».

(ch.be.)













Scuola & Ricerca

In primo piano