Zeni boccia la linea Dellai-Olivi «Il Trentino si è anestetizzato»

Il capogruppo Pd duro in aula su leaseback e debito. «Merito, spesso abbiamo deluso le aspettative» L’assessore: «Intervento da forza di opposizione. Con le ricette da salotto non si risolvono i problemi»


di Chiara Bert


TRENTO. Un debito pubblico «che peserà su coloro che verranno dopo di noi», una Provincia che ha «protetto e anestetizzato il territorio», che ha «deluso le aspettative su competenza e merito». Una politica economica che si è limitata a «fornire ossigeno a imprese in difficoltà invece di puntare su settori competitivi». Una visione dell’autonomia difensiva, una green economy rimasta sulla carta. È un’analisi impietosa della politica provinciale quella che il capogruppo del Pd Luca Zeni ha tratteggiato ieri in aula, nel suo intervento sulla Finanziaria 2013. E come era accaduto lunedì per la relazione del presidente Dellai, anche in questo caso si è trattato più che altro di un bilancio degli ultimi 15 anni di governo. Un bilancio che ha sottolineato molte criticità e che ha suscitato la dura reazione dell’assessore all’industria Alessandro Olivi, anche lui Pd.

Zeni ha affrontato temi a lui cari. Sull’indebitamento della Provincia: «La scelta fatta di andare in controtendenza rispetto alla linea indicata da tutti gli organismi economici peserà non solo sui prossimi bilanci, vincolandoli, ma su coloro che verranno dopo di noi». Sul merito: «Il rimprovero maggiore che possiamo rivolgere a noi stessi è di aver spesso deluso le aspettative di chi vorrebbe essere valutato solo per le sue idee e le sue capacità». Sul leaseback: «Va ripensato lo strumento. La proposta di incentivare i leasing immobiliari con il subentro di Trentino Sviluppo in caso di insolvenza pare estremamente debole, finanche pericolosa e temeraria». Secondo il capogruppo Pd «è iniziata una fase nuova, serve un input politico diverso». «Siamo nel pieno di un’onda lunga che ci ha fatto arretrare, allineandoci con il nord est. La politica economica non può limitarsi a sostenere le grandi imprese in difficoltà, il ruolo di un ente pubblico lungimirante è indirizzare le risorse individuando alcune grandi aree strategiche per esempio il legno. Occorre passare da una politica di mantenimento a una generatrice di lavoro sostenibile». Ma per sostenere la green economy, «intuizione corretta», non basta «creare l’ennesimo involucro» e sul progetto di Manifattura a Rovereto «a 4 anni dall’avvio si celebra appena la prima gara d’appalto». Per Zeni « la sensazione dolorosa è avvertire il rischio che la forza dell’amministrazione provinciale abbia allo stesso tempo protetto e sopito, producendo involontariamente un po’ di anestesia del territorio». La «linea retta» invocata da Dellai, per Zeni «può essere deviata ma verso nuovi modi di pensare»: «Non basta la retorica della comunità, il rischio è di porre l’attenzione più alle singole richieste che all’equità delle scelte».

Arriva a stretto giro di posta, nella buvette del consiglio, la reazione - di sconcerto misto a rabbia - dell’assessore Alessandro Olivi. «Facile individuare gli elementi di debolezza, ma questo appartiene a una forza che sta all’opposizione, non a chi come partito di governo dovrebbe semmai correggere la rotta. Mi è parsa una visione di rottura rispetto al sistema che la politica trentina ha costruito in questi anni. Ne prendo atto, spero non sia la posizione di tutto il gruppo perchè se così fosse si porrebbe un problema». «Non discuto - prosegue Olivi - che il Trentino del futuro sia diverso da quello di oggi e che il pubblico debba rivedere la sua funzione. Ma un conto è narrare la crisi, altro è stare in trincea con le fabbriche che non ottengono credito e il dramma di chi perde il lavoro. Io rivendico la funzione di protezione sociale dell’ente pubblico. Con le ricette salottiere - è la frecciata - non sempre si dà risposta ai problemi. Non basta dire green economy per dare lavoro. La cultura di governo è un mix tra visione e concretezza. Oggi il Trentino può farcela grazie alle scelte fatte in questi anni». Controreplica di Zeni: «Il mio non era un attacco a nessuno, ma un intervento rivolto al futuro».

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