Violenza contro le donne, dati in aumento

I numeri diffusi dall’assessorato provinciale alle Pari Opportunità: nella metà dei casi gli autori sono partner (attuali o ex) o altri familiari



TRENTO. Aumentano, se si confrontano i dati del 2011 e del 2012, le denunce di reati legati alla violenza contro le donne in Trentino. Un fatto che non viene collegato all'aumento del fenomeno, bensì delle denunce stesse, per maggiore consapevolezza delle donne stesse della necessità di denunciare. A presentare la situazione, col presidente della Provincia, Ugo Rossi, è stata Sara Ferrari, assessore alla Pari opportunità, che ha sottolineato la necessità di puntare sulla formazione, «per i giovani, in chiave di mutamento culturale». Un impegno, quello contro la violenza sulle donne, che Rossi ha assicurato di tutta la Giunta e per cui era presente anche l'assessore Donata Borgonove Re. Con loro rappresentanti della forze dell'ordine, tra cui il commissario del Governo, Giuseppe Squarcina, il procuratore capo di Trento, Giuseppe Amato, il comandante provinciale dei carabinieri, Maurizio Graziano, una funzionaria della Questura, il vicequestore Anna Maria Maggio, e vari esponenti delle associazioni e delle strutture che lavorano sul territorio.

Dal 2011 al 2012 le denunce sono passate da un totale di 506 a 574, con una distribuzione trasversale su tutto il territorio provinciale, proporzionale alla popolazione delle diverse aree. dati dunque in linea con quelli nazionali, anche nella prevalenza di mariti, conviventi, fidanzati o ex partner. Risultano infatti il 42% degli autori, che sommati al 7% per cui sono autori altri familiari arriva a fare il 49% dei reati denunciati. Gli sconosciuti (13%) e le persone non note (14%) contano insieme solo il 27%, i conoscenti il 22% e i datori di lavoro o colleghi il 3%. Un dato, quest'ultimo, che in numeri assoluti è passato dalle 6 denunce del 2011 alle 18 del 2012 e per cui è stata evidenziata quindi una crescente sensibilità nel denunciare. Quanto agli utenti dei servizi socioassistenziali, cioè delle case protette, sono stati 79, di cui 52 nuovi, in maggioranza persone provenienti da Paesi non Europei. A maltrattarle un uomo anche in questi casi con legami affettivi o di parentela in oltre la metà dei casi e per quasi la metà proveniente da Paesi fuori dall'Europa. Gli accessi ai servizi non residenziali, come il Centro antiviolenza, vedono invece un totale di 137 donne che vi hanno fatto ricorso nel 2012, per circa il 70% italiane.













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