«Violentata in piazza: cerchiamo testimoni»

Racconto choc di una giovane soccorsa in via Grazioli sabato notte



TRENTO. Stuprata da due marocchini in piazza Santa Maria Maggiore. E' ciò che una ragazza di neppure vent'anni ha raccontato sabato notte ai soccorritori che l'hanno aiutata in via Grazioli dopo l'intervento degli abitanti della zona che - udite le grida della giovane - sono scesi in strada allarmati. Ora la versione della ragazza è al vaglio degli inquirenti.

Sabato notte in piazza Santa Maria si sarebbe compiuto l'ennesimo episodio di violenza. Una giovane ragazza dichiara di essere stata violentata da due marocchini nel silenzio di una zona sempre più malfamata e meno frequentata, specialmente nelle ore notturne. Stando al racconto della giovane - che diversi residenti di via Grazioli hanno potuto ascoltare prima dell'arrivo dell'ambulanza - l'abuso sarebbe avvenuto intorno alle 22 ed è diventato di conoscenza comune verso le 23 quando la ragazza, dopo aver attraversato, in un silenzio misto di choc, vergogna e paura, la città, si è appoggiata ad un albero in via Grazioli, all'altezza della libreria "Il Papiro", ed è scoppiata in un pianto disperato.

Gli abitanti dei palazzi della zona si sono affacciati alle finestre ed alcuni di loro sono scesi in strada per soccorrerla e vedere cos'era successo. Tra lacrime, urla e singhiozzi la giovane, che i testimoni oculari descrivono come italiana, di non più di vent'anni ed avvolta in un tubino nero, ha spiegato di essere stata stuprata da due marocchini nella stradina che passa a lato della chiesa di Santa Maria.

I residenti giunti in suo aiuto hanno convinto la ragazza a chiamare i soccorsi che prontamente sono giunti sul posto. Gli operatori del 118 hanno prestato il primo intervento, che s'è risolto più in un supporto psicologico che medico. Hanno tranquillizzato la ragazza e l'hanno fatta stendere sulla barella ascoltando il suo racconto ed attendendo l'arrivo delle forze dell'ordine. Una pattuglia dei carabinieri e un'auto della polizia municipale hanno quindi preso le generalità della vittima, scortando la barella all'interno dell'ambulanza. Prima di chiudere i portelloni i carabinieri hanno rivolto alla donna una domanda precisa: «Saprebbe riconoscere i due aggressori?».

Al suo sì i carabinieri sono scattati i controlli nella zona della presunta aggressione. Come siano andate le cose è ancora da accertare come pure da chiarire sono alcuni aspetti del racconto della giovane. Quel che è certo è che la zona di Santa Maria è diventata un piccolo «bronx» e di notte viene evitata sistematicamente anche dagli studenti universitari. I lavori di ristrutturazione della facciata nord della chiesa hanno sbarrato la via più larga che si trova sulla sinistra e costringono i passanti ad infilarsi nel vicoletto largo un metro e mezzo che scorre a fianco al muro dell'edificio dell'Inps, e che ormai è usato come una sorta di urinatoio a cielo aperto.

L'odore acre è fortissimo e tutta la zona è in grande degrado con cocci di bottiglia rotti, sacchetti che svolazzano e lattine di birra abbandonate per terra. Sotto la colonna, eretta nel 1845 a ricordo delle celebrazioni per il terzo centenario dell'apertura del Concilio, stazionano costantemente gruppi di tunisini e marocchini che sfrecciano con le bici mettendo in collegamento piazza Santa Maria, piazzetta Leonardo Da Vinci e piazza Dante, i tre vertici del triangolo dello spaccio del centro di Trento. E molteplici sono state le liti e gli incidenti che si sono consumati all'ombra di Santa Maria. I controlli, evidentemente, ancora non bastano.













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