Viale Verona, spaccio alcol e accattonaggio Residenti in rivolta 

I commercianti esasperati: «Senza tetto davanti ai negozi creano problemi anche ai clienti». Al via la raccolta di firme 


di Daniele Peretti


TRENTO. Spaccio, alcool ed episodica prostituzione sono i mali che affliggono viale Verona nel tratto tra via Aosta e l’incrocio con via Fogazzaro tanto che i residenti a fine estate, promuoveranno una raccolta firme per chiedere interventi per la sicurezza della zona. Intanto hanno scattato fotografie, girato video e spiegano come la zona si sia degradata progressivamente. «Siamo a metà strada tra il Ser.D e la parte a sud del Parco Salè e le panchine davanti a Oviesse e Despar sono stabilmente occupati da tossici, zingari e senza fissa dimora». Parlate di spaccio, come avviene? «C’è anche la fermata dell’autobus: lo scambio è velocissimo tra chi scende e chi aspetta di salire. Oppure sembra che siano fermi a chiacchierare e poi all’improvviso avviene lo scambio».

Il portico serve invece a travasare il vino dal cartone a bottiglie di bibite che come tali, si possono consumare ovunque. «Per far capire la nostra posizione – racconta una commerciante – abbiamo tutti un ottimo rapporto con Maurizio e Renato, due storici senza tetto con i quali abbiamo famigliarizzato. Quando non sono ubriachi sono loro che puliscono le tracce lasciate ovunque dagli altri del gruppo». Stare fermi per ore sulle due panchine ormai monopolizzate, oppure seduti a terra, significa trovare anche bisogni corporali: «Li fanno davanti alle porte d’ingresso del personale; a lato di quello dei clienti o nel parcheggio. La situazione è giunta ad un punto di non ritorno. Oltre al danno d’immagine, c’è un calo di fatturato perché i clienti hanno paura e preferiscono servirsi altrove e poi c’è il problema dei taccheggio». Il sistema per aggirare le placche antifurto poste sui capi d’abbigliamento è quello di mettere in mezzo ai sensori una batteria d’orologio che li blocca. C’è anche chi consuma alimenti direttamente nel supermercato».

Si è provato ad ingaggiare una guardia giurata, ma non è servita a molto: «Il problema non è tanto il furto anche se è quotidiano alla Despar, mentre la differenza inventariale incide per l’1,4% del fatturato dell’Oviesse, quanto la presenza fissa di un gruppo di disperati che trascorrono le loro giornate davanti ai negozi». Finora come vi siete mossi? «Quando la situazione si esaspera chiamiamo le forze dell’ordine. La Polizia locale ci ha detto che non è compito suo intervenire, altre volte abbiamo personalmente cercato di far desistere questi individui dal loro intento: se una persona anziana si ferma o si siede sulla panchina, si siedono accanto e chiedono soldi. Lo fanno con insistenza anche nel parcheggio».

Altro aspetto delicato è quello legato agli episodi di prostituzione che coinvolgono ragazze tossicodipendenti. I residenti hanno notato come spesso l’offerta sessuale avvenga in cambio di una dose, mentre la prestazione è velocemente consumata nel vicino parco. «È una situazione molto difficile - concludono - anche perché queste persone sono spesso alterate ed aggressive. Chiederemo che vengano tolte le panchine e che ci sia una presenza delle forze dell’ordine che li costringa a cambiare aria».













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