Via Dante, artificieri al lavoro sul ponte

Questa mattina gli esperti del Genio militare hanno completato la bonifica. Da lunedì riprendono i lavori (ancora per un mese)



ROVERETO. Oggi se passate dalle parti di via Lungo Leno Destro o Sinistro non preoccupatevi se vedrete persone in divisa militare armeggiare sul ponte di via Prima Armata. Sono artificieri, arrivati da Trento per scrivere la parola fine alla bonifica dell’esplosivo, rinvenuto ancora in estate durante i lavori per l’irrobustimento e la ristrutturazione dello storico manufatto. In una mezz’oretta, i militari dovranno caricare le “saponette” di esplosivo (più piccole dei candelotti), ritrovate accanto all’acido picrico, e renderle inerti. Solo allora il ponte potrà essere dichiarato sicuro. A conferma, è arrivata dal comando di Padova la conferma che la bonifica dall’acido picrico, effettuata dalla ditta Gap service, è stata perfetta. Quindi, lunedì prossimo il cantiere comunale potrà riprendere a pieno ritmo. La conferma arriva dal responsabile dei lavori, il geometra Sergio Raimondi. «Abbiamo già contattato la ditta responsabile del cantiere - spiega - già lunedì 12 potrà riprendere i lavori di isolazione e riempimento, come saranno completati i collegamenti per il teleriscaldamento».

Tempo un mese, assicurano in Comune, il cantiere dovrà essere concluso e sarà ristabilito il naturale collegamento fra via Dante e Santa Maria.

In primavera, invece, riprenderà il secondo lotto dei lavori sul ponte, quelli che riguardano il restauro dei parapetti e dei fregi, la nuova illuminazione a led. «Allora, sarà necessario il senso unico alternato - avverte il geometra Raimondi - per permettere agli operai di lavorare in sicurezza. Come avvenne sul ponte di Sacco-San Giorgio». Insomma, sono fugate altre chiusure totali del ponte di via Prima Armata.

Chi ricorda benissimo l’ultima bonifica effettuata sul ponte di via Prima Armata è un nostro storico abbonato, residente a Santa Maria. Mariano Zanolli, classe 1933, figlio di Emilio e di Teresa Matassoni, all’epoca dei fatti aveva 12 anni. Oggi abita alle Porte di Trambileno. La Seconda guerra mondiale era finita da pochi giorni, i tedeschi erano scappati di corsa verso il Brennero, gli americani erano poco lontani. «Ricordo che i miei genitori non si avvicinavano mai al ponte di via Armata, soprattutto di sera, perché avevano visto i tedeschi mentre lo minavano - racconta - avevano collocato quattro quintali di acido picrico per ogni angolo del ponte. Quello che io ricordo benissimo invece era il lavoro dei militari americani».

«Da puteloti, io e Aldo Chiusole andavamo al ricreatorio di Santa Maria, quando il cappellano era don Guido Avi - racconta Mariano Zanolli - i tedeschi erano appena scappati per la ritirata e ricordo benissimo l’arrivo dei militari americani. Loro sapevano benissimo che il ponte era stato minato dai tedeschi, per farlo esplodere in caso di attacco. Siccome gli americani dovevano usare il ponte per far passare i propri mezzi, vedevamo i militari americani che ogni giorno toglievano l’acido picrico con badile e carriole. Dai quattro punti del ponte. Finito di togliere l’acido picrico, toglievano le spolette e poi ricoprivano le buche con la terra». Oggi si chiude definitivamente una pagina di storia roveretana. (n.f.)

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