Verso primarie a turno unico. A luglio

Centrosinistra, compromesso in vista: l’Upt rinuncia al doppio turno, ma ottiene lo slittamento della competizione


di Chiara Bert


TRENTO. Primarie di coalizione a turno unico a luglio, il 7 o forse addirittura il 14, con tre assessori provinciali in campo, Alessandro Olivi per il Pd, Ugo Rossi per il Patt e Mauro Gilmozzi per l’Upt, più i candidati di Verdi (Lucia Coppola), Idv (Salvatore Smeraglia) e Socialisti (Alexander Schuster). È questo l’accordo che si va profilando nel centrosinistra autonomista dopo giorni di forti fibrillazioni dove si profilava anche il rischio di una rottura. L’Upt non romperà sulla richiesta di doppio turno, vista la contrarietà degli alleati. Nel nuovo vertice di coalizione, ieri ha preso atto che gli alleati, Pd in testa, sono contrari a primarie a doppio turno, la richiesta che l’Unione aveva portato al tavolo sabato sulla base del voto del proprio parlamentino. Troppo tardi, hanno fatto notare tutti. Il Pd, con il segretario Michele Nicoletti e il presidente Roberto Pinter, ha ribadito le ragioni della sua contrarietà: il doppio turno con un candidato per partito non farebbe che esporre la coalizione a una contrapposizione esasperata al secondo turno tra alcuni partiti e gli altri, senza contare un’obiezione più pratica, ovvero la difficoltà di chiamare gli elettori a votare due volte in piena estate.

«Gli alleati non hanno capito il nostro intento, che era quello di assicurare al candidato presidente una più forte legittimazione popolare», spiega il segretario Upt Flavia Fontana, «noi continuiamo a considerare le primarie non lo strumento ottimale per scegliere il candidato, ma se dobbiamo arrivarci chiediamo regole precise e utili a favorire la massima partecipazione. Ci siamo dati un paio di giorni per arrivare a definirle».

Nel giorno in cui il centrosinistra fa i conti con la pesante sconfitta di Pergine, la coalizione serra le fila. «Siamo uniti e tutti convinti della necessità di stare insieme», ha ribadito ieri a chiare lettere Flavia Fontana a nome del suo partito. L’Upt dunque non lancia ultimatum e resta convintamente al tavolo. E se formalmente ci si è dati altre 48 ore di tempo per chiudere la partita, il dato politico dell’incontro di ieri è che gli spazi per un’intesa ci sono tutti. «Da Pergine è arrivato chiaro il messaggio che di fronte a tante manfrine la gente ci punisce, è arrivato il momento di decidere», incalza il segretario del Patt Franco Panizza.

La sfida dei prossimi giorni sarà dunque quella di mettere a punto un regolamento condiviso delle primarie. Appare scontato che gli elettori saranno chiamati alle urne a luglio, accogliendo così la richiesta Upt di rinviare di una o due settimane (rispetto alla data inizialmente prevista del 30 giugno) in modo da guadagnare un po’ più di tempo per la propria campagna elettorale, visto che il partito è stato l’ultimo a mettere in campo il suo candidato. Sempre l’Unione insiste perché si predisponga il numero maggiore possibile di seggi, coprendo anche le valli dove il partito di Dellai conta di incassare i maggiori consensi. Uno sforzo non indifferente e che richiederà la mobilitazione ancora una volta di centinaia di volontari. Dopo la prova improba delle primarie Pd per i parlamentari il 30 dicembre, ora il centrosinistra autonomista affronta lo scoglio delle primarie in piena estate.

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