Venti abeti avvelenati col diserbante

Gli alberi ammalati sono stati scoperti dai forestali al limiti di Sorte, frazione di Moena. E’ scattata la denuncia contro ignoti


di Gilberto Bonani


MOENA. Una ventina di abeti sono stati avvelenati da diserbante ai limiti della frazione di Sorte. Dopo il sopralluogo degli esperti è scattata la denuncia contro ignoti.

Da alcune settimane i custodi forestali del consorzio di sorveglianza boschiva di Moena e Soraga avevano osservato con sospetto quelle chiome verde intenso lentamente modificate in un colore rosso fuoco. Aveva colpito la tempestività del cambiamento e la localizzazione: tutte le piante colpite facevano parte di un bosco comunale situato a sud-ovest dell'abitato a poche decine di metri dalle case. Una prima verifica non aveva dato alcun risultato oggettivo. Non erano state trovate tracce di parassiti né di danni al tronco provocati da lame. A questo punto è partita la richiesta di un consulto da parte degli esperti dell'istituto agrario di S. Michele all'Adige che sono saliti fino alla piccola frazioncina, alle falde del Latemar, per appurare le cause della moria di piante. Dopo un’attenta esplorazione su ogni tronco sono stati rinvenuti dei piccoli fori, praticati con un attrezzo da specialisti. Successivamente è stato iniettato un prodotto diserbante. Il veleno, trasportato dalla linfa, è lentamente passato in circolo e ha iniziato ad uccidere la pianta iniziando dalle fronde più alte che, lentamente, hanno assunto un colore rossastro. I danni provocati dal veleno sono irreversibili e le piante saranno abbattute.

Non è la prima volta che sul territorio di Moena si verificano fatti simili. In passato le piante erano state danneggiate con strumenti da taglio e avvelenate con gasolio. Le motivazioni di tali gesti erano da ricercare tra liti di confinanti o tra persone infastidite dall'ombra proiettata sulla propria casa, specialmente nel freddo periodo invernale. E' la prima volta però che viene utilizzata una tecnica così raffinata che non lascia possibilità di vita alle piante colpite. Il fatto non fa sensazione per il danno causato, ma per la modalità del gesto. E' risaputo che negli ultimi decenni il bosco avanza, cancellando pascoli e radure, anche in fondo valle. Spesso gli alberi crescono in prossimità dell'abitato filtrando, con le loro folte chiome, i raggi solari. E' opportuno quindi limitare questo avanzamento con tagli mirati (ogni anno dai boschi di Moena si ricavano dai 4 ai 5 mila metri cubi di legname) mentre non è ammissibile il gesto di una singola persona che si arroga il diritto di danneggiare il bosco.

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