Vendita di farmaci generici, Trentino al top in Italia

La provincia è prima in classifica, con il 12% del totale di spesa


Sandra Mattei


TRENTO. Sarà forse complicato ricordarsi il termine acido acetilsalicilico, ma ormai la stragrande maggioranza della gente sa che può acquistare il principio attivo di un farmaco, spendendo meno di quanto costi il corrispettivo di marca (l'aspirina, nel caso in questione). Ed il Trentino è primo nella classifica delle aree più virtuose per acquisto di farmaci generici. Sono i dati forniti da uno studio pubblicato dal Sole 24Ore Sanità, un bilancio dei primi dieci anni di vita dei farmaci generici, intitolato "Farmaco generico, un cammino lungo dieci anni". Si tratta di un mercato in continua crescita, visto che nel 2009 è arrivato a valere 649,25 milioni in termini di fatturato contro i 75,9 milioni del 2001, e in termini di unità vendute 189,42 milioni (17 milioni nel 2001). La quota di mercato raggiunta nel 2009 dai medicinali equivalenti è pari al 10,5% contro l'1,1% del 2001, mentre in termini di valore si è passati dallo 0,7% del 2001 al 5,5% del 2009. Il fatturato è invece in calo del 5,6% a 649,25 milioni di euro. Il Nord occupa i primi posti della classifica dei consumi, che vede la provincia di Trento in testa (dove i generici coprono il 12,3% del mercato), davanti all'Emilia Romagna (11,3%), alla Toscana (10,3%) e al Piemonte (9,7%) mentre fanalino di coda è la Calabria (4,4%) preceduta da Basilicata (5,5%), Molise (5,7%), Campania (5,8%) e Sicilia (5,9%). Comportamenti virtuosi o meno, siamo distanti dalla media dei più grandi Paesi europei, dove i farmaci generici rappresentano circa il 50% delle unità vendute. Solo la Grecia ha consumi di generici più bassi dell'Italia. Commenta così la notizia il presidente dell'Ordine dei farmacisti trentini Bruno Bizzaro: «La cultura del farmaco generico è ben radicata in Trentino, come testimonia la classifica. Il fatto che all'estero le percentuali siano molto più alte, lo si deve al fatto che l'Italia è partita più tardi». E se da parte del direttore generale dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), Guido Rasi, l'esortazione è quella «di dover rimuovere le riserve e i pregiudizi su qualità ed efficacia dei generici-equivalenti», il presidente dei farmacisti trentini afferma che da parte di medici e farmacisti, sul nostro territorio, va fatta un'informazione per l'assunzione corretta del farmaco generico. «Al di là dell'informazione corretta - aggiunge Bizzaro - il passo ulteriore sarà da parte del Ministero della salute un'analisi più approfondita dei farmaci equivalenti, perché attualmente sono state unificate tipologie diverse, come compresse, farmaci solubili e farmaci a lento rilascio. Se il principio attivo è lo stesso, non lo è il tipo di farmaco, che può andare bene ad un paziente, ma non ad un altro». Nessun dubbio, invece, sull'efficacia degli equivalenti. «Il Ministero della sanità - afferma Bizzarro - svolge controlli molto approfonditi e, quando ci sono stati prodotti dubbi, è intervenuto sequestrandoli». E' dello stesso parere anche il presidente Sergio Pecorelli, presidente dell'Aifa, che assicura: «Il Servizio Sanitario Nazionale è in grado di garantire le cure con una copertura tra le migliori in Europa». E nel futuro la vera sfida per la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale saranno i farmaci biosimilari (simili ai biotecnologici) che «stanno entrando in un'importante fase di sviluppo a livello mondiale».

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