Una facoltà di medicina con Padova 

Il progetto della giunta Fugatti. Il governatore: «Da noi grave mancanza di medici, stiamo verificando la possibilità di aprire a Trento  una sede distaccata». La conferma dal Veneto: «Risposta in un paio mesi. Possibile valorizzare competenze che il vostro ateneo ha già»


Gianpaolo Tessari


Trento. Mancano medici? La Provincia sta trattando con l’Università di Padova per realizzare a Trento una sede distaccata della facoltà di Medicina, per dare vita ad un vero e proprio corso, sei anni di studi. Ipotesi più volete vagheggiata negli anni passati ma mai veramente affrontata nel passato sia per via dei costi molti elevati che per una comprensibile (diciamo così) ritrosia dell’Università trentina. A rivelare la trattativa è stato il governatore trentino Maurizio Fugatti: «Siamo ancora alla fase di verifica e, no, non dico quale sia la percentuale che l’accordo si possa effettivamente realizzare. Io non ne avrei nemmeno parlato ma la notizia, ci hanno detto, sarebbe uscita comunque in Veneto. Ci sono attualmente al lavoro due tavoli tecnici, uno a Trento e uno a Padova, per verificare la possibilità di aprire qui un canale formativo per la facoltà di medicina. Come è noto stiamo parlando di una facoltà molto importante e noi qui sappiamo bene quali e quante siano le difficoltà legate alla carenza di medici in Trentino».

Puntualizza Fufgatti: « Un ragionamento che è iniziato qualche settimana fa e va in una direzione: quella di trovare una risposta alla carenza di medici. Oltre al sottoscritto, il problema se lo sono posto l’assessora alla sanità Stefania Segnana e quello all’Università Mirko Bisesti: tanti medici qui da noi non ci sono, perché quelli che vanno a studiare fuori dal Trentino poi ci rimangono anche a fare la specializzazione. Stiamo lavorando in modo cauto, con i piedi per terra. Se il progetto non si dovesse concretizzate resterebbe alta l’attenzione della giunta provinciale su questo tema della mancanza di medici». I tempi? «Se avremo l’ok non partiremmo in cinque anni, ma il prima possibile. Questa è la nostra volontà. Su questo stiamo dialogando anche con l’Università di Trento ma è Padova che ha questo indirizzo» chiude il presidente della Provincia.

E dal Veneto che si risponde? «Abbiamo raccolto l’invito della provincia di Trento e ora, nell’arco di un paio di mesi, verificheremo se il progetto è percorribile» conferma Stefano Merigliano, presidente della Scuola di Medicina del Bo, la sede della Facoltà.

Tempi brevi per capire

«Ora stiamo ragionando di uno studio di fattibilità. Ci sono diversi elementi da verificare: i costi, gli spazi, le possibili sinergie senza dimenticare il necessario confronto con il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca. Detto questo l’interesse a verificare se la strada è percorribile c’è e, a fronte di una volontà condivisa, i tempi di tale verifica possono essere brevi».

Nell’arco di questo periodo di tempo sarà necessario anche verificare anche le possibile forme di collaborazione con l’Università di Trento? «Certo, si tratta di un’operazione molto articolata e per questo complessa» prosegue il neo presidente della Scuola Medica. «I rapporti con Trento già ci sono per quanto riguarda le scuole di specialità mediche» prosegue «e ora cercheremo di capire come l’avvio di un nostro corso a Trento possa essere articolato. A Trento esiste già un’università ma non c’è la facoltà di Medicina e Chirurgia. Per alcune materie, però, si potrebbe anche arrivare a una valorizzazione delle competenze e delle professionalità che l’ateneo trentino già ha».

Con ogni evidenza spostare da Padova a Trento - si osserva ancora in Veneto - un docente di fisica non avrebbe molto senso (oltre a rappresentare una spesa evitabile), così come nel campo della biologia o della biologia molecolare. Nell’ambito delle materie biochimiche, qui ci sono una tradizione e docenti di tutto rispetto. E sono insegnamenti previsti nei corsi di laurea della Scuola di Medicina e Chirurgia. Il coinvolgimento dell’università guidata dal rettore Paolo Collini è possibile. Resta da capire la forma.













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