Un cagnolino di 2 mesi all’asta, la Lav si indigna 

Lunedì verrà battuto al prezzo base di 100 euro. Il vicepresidente dell’associazione Simone Stefani: «Appena saputo, abbiamo inviato al tribunale una richiesta di affidamento»



Trento. Un cucciolo di due mesi e mezzo, con problemi di salute a un occhio, andrà all’asta lunedì mattina: si parte dal prezzo base di cento euro, con rilanci di cinquanta. A quanto pare non è una battuta, ma la realtà: lo denuncia la Lav, che osserva come oggetto dell'asta non sia un’autovettura, un televisore o un'immobile, «bensì un cagnolino, per di più bisognoso di cure». Un animale d’affetto, che non può essere paragonato a un oggetto. «Si tratta di una disposizione assolutamente non condivisibile sul piano etico in quanto non tiene conto del benessere dell’animale, già sfortunato, e del suo diritto a una seconda possibilità per una vita felice in una nuova famiglia – dice Simone Stefani responsabile della sede di Trento e vicepresidente Lav -. Gli animali, come noi, hanno una vita relazionale ed emotiva, non sono oggetti che possono venire espropriati o messi all’asta, senza curarsi della loro salute psichica e affettiva. Lo sanno bene tutti gli italiani che complessivamente accolgono nelle loro case 7 milioni di cani e 7,5 milioni di gatti ai quali si sommano circa 46 milioni di altri animali fra roditori, uccelli e pesci. Una massa critica di cittadini sempre più sensibile nei confronti degli animali».

Questo caso, osserva la Lega antivivisezione, pone in evidenza anche un problema serio: «La vendita degli animali all’asta è una procedura obsoleta che rischia addirittura di rimettere gli animali in mano agli stessi maltrattatori, o a loro conoscenti, qualora risultassero vincitori dell’asta in questione, così consentendo il protrarsi di situazioni pregiudizievoli nei loro confronti».

Non è dato sapere, in base agli atti pubblici, da dove provenga la bestiola, ma viene descritto come “corpo del reato”: è pertanto verosimile che il cagnolino sia stato oggetto di maltrattamenti e, in base a una precisa denuncia, tolto al proprietario e sequestrato per essere sottratto alle sofferenze.

«La finalità sottesa alla normativa attuale a tutela degli animali è, infatti, quella di assicurare una tutela generalizzata degli animali in quanto esseri senzienti in grado provare dolore e sofferenza - e pertanto i principi di tutela sanciti da questa stessa disciplina devono assolutamente permeare anche tutti i successivi atti giudiziari ad essa inerenti».

Per questi motivi la sede trentina della Lav, appena appresa la notizia, ha subito scritto al Tribunale di Trento, chiedendo immediatamente lo stop all'asta. «Abbiamo chiesto al Tribunale anche l'affido diretto dell'animale - conclude Stefani - in modo da poterci occupare da subito della sua salute e poter iniziare il corretto iter necessario a garantirgli un futuro felice in famiglia, a partire dalla scelta attenta e ponderata dell’adottante fino alle successive verifiche affinché l’inserimento in famiglia avvenga nel migliore dei modi».













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