Un bambino su 4 è a rischio esclusione sociale

trento. In Trentino quasi un minore su 5 (18,1%) versa in condizioni di povertà relativa, percentuale che sale al 25,1% includendo i minori a rischio esclusione sociale. Il dato emerge dal rapporto...


Fabio Peterlongo


trento. In Trentino quasi un minore su 5 (18,1%) versa in condizioni di povertà relativa, percentuale che sale al 25,1% includendo i minori a rischio esclusione sociale. Il dato emerge dal rapporto annuale del Gruppo Crc che verifica a livello nazionale l’attuazione della Convenzione sui diritti dell’infanzia. In occasione della Settimana per l’accoglienza, si è svolto al liceo Da Vinci di Trento un incontro dedicato alle solitudini nell’infanzia. «In Trentino la situazione è migliore rispetto al resto d’Italia - ha commentato il rappresentante di Cnca Michelangelo Marchesi - ma non possiamo accontentarci di essere i migliori in zona retrocessione». Marchesi ha registrato l’assenza al convegno di rappresentanti della Provincia: «È una mancata presenza che ci dice qualcosa. In Trentino ci sono iniziative virtuose, ma manca una regia complessiva». La vicesindaca di Trento Mariachiara Franzoia ha sottolineato: «Trento vuole essere città amica dei bambini, ma per ora manca un disegno territoriale». Il neo-garante dei minori Fabio Biasi, ex procuratore, ha espresso il suo "disgusto" verso le strumentalizzazioni dei bambini a fini politici: «Lo abbiamo visto con la vicenda di Bibbiano, gonfiata per pura propaganda».

Il dato più evidente dell’indagine riferita al 2017 è quello relativo al disagio sociale: il 18,1% dei minori trentini versa in condizioni di povertà relativa, ovvero la difficoltà di fruire di beni e servizi; il 25,1% dei minori sono a rischio esclusione sociale, intesa come isolamento anche socio-culturale. I dati risultano migliori rispetto a quelli nazionali (21,5% in povertà relativa, 32,1% a rischio esclusione), ma è una magra consolazione, ha constatato Marchesi: «Non credo che i bambini in stato di povertà trovino consolazione dal fatto che il Trentino è statisticamente ai primi posti. Queste situazioni sono reali e bisogna tenerne conto».

Sotto il profilo culturale, il Trentino appare come una delle aree meglio attrezzate d’Italia, ma i test Invalsi indicano come ci sia un gap enorme tra le eccellenze e i risultati bassi. Il dato viene stigmatizzato da Marchesi: «L’obiettivo non deve essere solo la promozione dei più bravi, ma anche il recupero della qualità educativa». Dal rapporto emerge anche l’alienazione culturale e sociale della fascia giovanile, con il fenomeno dell’isolamento sui social, che allarma Marchesi: «È il sintomo di un disagio profondo, che può manifestarsi anche in altri modi, come i disturbi alimentari». Il rapporto Crc mostra infatti che nel 21018 in Trentino 176 persone (sulle 280 complessive in carico) dai 0 ai 25 anni sono in cura all’Azienda sanitaria per disturbi alimentari, dei quali 66 sono nuovi utenti.













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