il caso

Trotta non paga l'autista, pignorato il bus

La ditta era stata condannata a risarcire un dipendente. Non avendo eseguito la sentenza è scattato il fermo di uno skibus



TRENTO. Trotta, nonostante la condanna del Tribunale del lavoro di Trento, non paga il suo ex dipendente e allora scatta il pignoramento di uno dei suoi pullman. E’ successo giovedì sera a Cavalese. La polizia stradale e l'ufficiale giudiziario, assistiti da un rappresentante dell’istituto vendite giudiziarie e da un delegato sindacale dell’Usb (l'Unione sindacati di base che da sempre segue la causa del lavoratore in questione) si sono recati nel piazzale antistante il palazzetto del ghiaccio del sobborgo, dove la sera fanno capolinea gli skibus dell’azienda romana che esegue il servizio in Val di Fiemme per conto della Provincia, ed hanno provveduto al pignoramento del pullman (che è stato portato a Trento dove adesso è in custodia vicino all’area ex Zuffo).

Tale procedura è stata effettuata in quanto la Trotta Bus Services, condannata questa estate al risarcimento di 20 mensilità della retribuzione dovuta a un suo ex lavoratore, Mirko Calella, a ieri non aveva ancora versato il dovuto che ammonta a poco più di 38 mila euro. Una vicenda fatta emergere, tra il 5 e il 6 aprile del 2014, dal Trentino con due articoli attraverso i quali lo stesso autista denunciava in che condizioni aveva dovuto svolgere il suo lavoro sui mezzi skibus di Trotta Bus in Paganella.

Era stata quella la prima volta che l’azienda di trasporti romana vinceva l'appalto in provincia (per poi riaggiudicarselo anche negli anni a seguire) e in quella stagione invernale avevamo dato conto dei tanti disservizi e problemi tecnici che avevano avuto i mezzi romani in tutto il Trentino. Calella ci aveva raccontato la sua esperienza a bordo di un mezzo che aveva addirittura preso fuoco in corsa, degli pneumatici estivi montati per portare in giro i turisti sulle strade innevate, di svariati disservizi legati al suo pullman e del suo “bizzarro” contratto: Calella lamentava lavoro in nero, straordinari pagati meno di quanto dovuto, applicazione di un modello di contratto superato, risalente al 2006, paga base inferiore a quanto previsto.

A seguito di queste denunce l’Usb di Trento aveva aperto una vertenza sindacale contro Trotta bus. «La mia busta paga era tutta un pasticcio – raccontava al Trentino l’autista due anni fa - era piena di storture e di voci strane. Io ho lavorato tutti i giorni (dal 14 febbraio al 15 marzo 2014 ndr), comprese le domeniche, per 10 ore, no stop. Il che vuol dire quasi 2 ore e mezzo di straordinari al giorno che praticamente non mi sono stati pagati». E poi c’erano 10 giorni guidati senza contratto (la firma gli era stata fatta mettere dai responsabili di Trotta bus solo il 25 febbraio retrodatando l’inizio del servizio fino al 15 febbraio) e uno di questi, spiegava al nostro giornale Daniel Agostini dell’Usb, (il 14 febbraio), era stato fatto eseguire direttamente in nero.

Il giudice del lavoro di Trento aveva quindi chiesto a Trotta, in giudizio, di esibire il contratto “della discordia” e, al rifiuto dell’azienda romana, era seguita una sentenza molto chiara: accolto il ricorso, dichiarata l’illegittimità del licenziamento e la condanna di Trotta Bus a pagare a Mirko Calella 5 mensilità della retribuzione e l’indennità sostitutiva della reintegrazione pari a 15 mensilità.

La sentenza è di questa estate e all’azienda, nei mesi scorsi, sono stati notificati vari solleciti e precetti, senza ottenere né il pagamento né risposta in merito. A questo punto si è deciso di comune accordo tra lavoratore, organizzazione sindacale e studio legale che segue la vicenda di procedere al pignoramento di un autobus che effettuava servizio Skibus. Decisione messa in atto giovedì sera a Cavalese. Ora, se Trotta non darà quanto dovuto a Calella si provvederà alla messa all’asta del mezzo e al conseguente risarcimento dell’autista. 













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