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Trento, trecento firme per ridiscutere l’interramento ferroviario e “salvare” le case

Si chiede anche di valutare la profondità per evitare abbattimenti di edifici



TRENTO. Sfiorano quota 300 le persone che in una manciata di giorni hanno sottoscritto la petizione (presentata mercoledì 20 ottobre) denominata “Interramento ferrovia Città di Trento: occorrono soluzioni alternative” lanciata sulla piattaforma change.org.

La proposta è di Michela Bonafini e Piero Paganini, storici commercianti del rione di San Martino. La petizione è indirizzata al sindaco Ianeselli ed al presidente della Provincia Maurizio Fugatti. Il testo: ”I cittadini di Trento affezionati alla loro città e che a brevissimo termine subiranno i gravosi costi sociali derivanti dalla grande opera dell'interramento della ferrovia per il traffico merci (TAC), premesso che concordano a che l'opera vada fatta, chiedono però di poter discutere quale sia il progetto di attraversamento migliore dal punto di vista urbanistico e della qualità della vita quotidiana per chi vi abita, e precisamente: che il progetto sia rispettoso della conformazione urbanistica di Trento in quanto non è sufficiente dire, dall'oggi al domani, che ora ci sono i soldi per finanziare l'opera senza però poterla discutere nel passaggio sul territorio cittadino che così com'è impostato è urbanisticamente sbagliato. Prima vengono i cittadini e dopo la gloria dei politici e bypassare i legittimi passaggi di informazione non è assolutamente dignitoso per una politica all'altezza della situazione. Chiediamo di poter discutere su un'opera così grande da stravolgere l'intero assetto della Città dopo due secoli dall'ultima volta che si è fatto qualcosa, quando si spostò il fiume Adige per costruire la ferrovia e la Stazione dove era più opportuno data l'urbanistica dell'epoca; che i cittadini vengano a conoscenza nel dettaglio dei progetti, delle diverse soluzioni prospettate nel passato e delle tempistiche, perché il passaggio di treni pesanti in tutte le ore del giorno per tutti i giorni dell'anno a due passi dal Centro Storico (250 mt dal Castello del Buonconsiglio) deve essere giustificato da altrettanti benefici in termini di qualità di vita dei cittadini e di riqualificazione della Città in generale.

Perché prendere in considerazione delle modifiche e/o varianti (come ad esempio valutare la profondità per evitare abbattimenti di edifici o spostarsi più a nord per allontanarsi dal Centro Storico o ripensare alla destra Adige) potrebbe fare una grande differenza. Certamente la fretta ed il consenso politico spesso distolgono l'attenzione dalla qualità delle scelte che impatteranno moltissimo sulla città di Trento per i prossimi plurimi decenni. Per questo, chiediamo a Lei Sindaco e a Lei Presidente della Giunta di farsi carico in prima persona di legittime e sacrosante richieste”. D.P.













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