Trento: muore di freddo in un parcheggioEra stato licenziato dalle Poste

L'uomo, un trentino di 54 anni, era senza lavoro da due anni


Mara Deimichei


TRENTO. Lo hanno trovato ieri alle otto e mezzo nel parcheggio dell’Obi. Il corpo era fra le casette in esposizione. Pensavano stesse dormendo ma era strano, era troppo immobile. La conferma all’arrivo del medico: era morto, forse da due giorni. Se n’è andato così, ucciso del freddo e da un malore Carmelo Frioli 54 anni.
Ex dipendente delle Poste, è morto a pochi passi dalle casette che forse gli avrebbero potuto offrire un po’ di riparo. Casette messe in mostra per i clienti dell’Obi ma con le porte chiuse da un lucchetto e le finestre fissate con dei bulloni. Accanto al corpo dell’uomo un cartone di vino vuoto, un paio di guanti e una confezione di biscotti dietetici. Addosso non aveva il portafoglio né i documenti ma solo una tessera della Cisl, il sindacato di cui aveva fatto parte. Se n’è andato in silenzio e da solo come da solo aveva scelto di vivere. Aveva avuto dei problemi ma la sua famiglia è sempre stata al suo fianco, non gli aveva mai fatto mancare il supporto, l’aiuto. L’affetto. Ma lui voleva essere libero di prendere la sua strada, di fare le sue scelte anche se potevano apparire sbagliate.
Carmelo Frioli aveva lavorato alle Poste per quasi vent’anni. Prima era a Fiumicino dove faceva soprattutto l’autista. Poi qualche anno fa aveva chiesto il trasferimento a Trento. «Voleva stare vicino a sua madre - racconta un conoscente - è anziana e il ritorno a Roncafort dove la sua famiglia abita da sempre gli avrebbe permesso di essere più presente».
«Lavorava allo smistamento - spiegano gli ex colleghi - era una persona riservata che stava spesso da solo. Sapevamo che aveva qualche problema che gli aveva provocato anche dei grattacapi sul lavoro ma non potevamo pensare che morisse così. Dopo il licenziamento si era lasciato andare e alcuni hanno raccontato di averlo incontrato dietro al Duomo mentre chiedeva l’elemosina».
Il momento più difficile della vita di Carmelo Frioli arriva due anni fa con il licenziamento dalle Poste. Poi c’è un incidente che ha come conseguenza il ritiro della patente. È in difficoltà ma non chiede aiuto. Vuole vivere alla sua maniera. «Veniva da noi saltuariamente - racconta Piergiorgio Bortolotti del Punto d’Incontro - aveva alle spalle una famiglia solida ma non si lasciava aiutare. Noi abbiamo provato, e lo abbiamo fatto anche assieme ai parenti non ce l’abbiamo fatta».
Da settembre Carmelo Frioli quasi non tornava più nella casa di Roncafort che divideva con la sorella a poca distanza dall’abitazione dell’anziana madre. Poi il triste epilogo. Ancora non è certo il momento della morte ma il decesso dovrebbe essere avvenuto fra le 24 e le 48 ore precedenti al ritrovamento. E quindi fra la sera del 26 e quella del 27. Forse nel parcheggio dell’Obi, fra le casette aveva cercato un riparo per la notte. O forse stava vagando per la città quando è stato colto da un malore cadendo sui balconi delle baite in miniatura e perdendo conoscenza. Il freddo ha fatto il resto ma sarà solo l’autopsia a chiarire quali siano state le cause effettive della morte di quest’uomo che voleva vivere libero, in strada













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