Trento, incendio distrugge il tetto di una palazzina

Le fiamme sono divampate a Gardolo, a causa di una canna fumaria surriscaldata. Danni per 400 mila euro, incolumi tutti gli inquilini



TRENTO. Fuoco, fumo e disperazione a Spini di Gardolo dove, in via Bratislava, nonostante l'immediato intervento dei pompieri, un furioso incendio ha completamente distrutto il tetto di una bella palazzina di due piani e provocato gravissimi danni all'intera struttura.

Danni che sono molto ingenti e che potrebbero aggirarsi attorno ai 300/400 mila euro. L'allarme è scattato attorno alle 16, quando gli inquilini dell'abitazione si sono accorti che dal tetto incominciava a salire del fumo.

Ad innescare il rogo era stata con tutta probabilità una canna fumaria surriscaldatasi. Immediato è scattato l'allarme, ma il compito dei vigili del fuoco di Gardolo non è stato affatto facile, soprattutto perché un vento non fortissimo, ma insistente ha alimentato le fiamme. E così, nel giro di una manciata di minuti, il rogo s'è esteso all'intera copertura in legno e a nulla sono valsi i prolungati sforzi fatti dai pompieri, intervenuti con l'autoscala e altri mezzi, per salvarla.

 Operazioni seguite con comprensibile apprensione dai proprietari della bella villa i quali non sono riusciti a trattenere le lacrime davanti alla terribile visione offerta dalle alte lingue di fuoco che sembravano non trovare ostacoli alla loro opera distrutttrice.

La casa, al civico 13 della stretta via che sale da via Budapest, di fronte al magazzino della Protezione Civile, era stata radicalmente ristrutturata non più di tre anni fa e fino a ieri pomeriggio si presentava come una bella abitazione rosa, con pensilina e circondata da un'ampio e curato giardino. Al piano rialzato vive Anna Roccabruna, pensionata, vedova di Gino Bortolotti, scomparso poco dopo aver ristrutturato poco e dopo essere stato per una vita autista della Trentino Trasporti.

Al piano sopra, nella mansarda completamente devastata, vive la figlia di Anna, Barbara, con il marito Claudio Moletta e la loro piccola figlia. Tutti hanno abbandonato la casa senza problemi e nessuno di loro è rimasto ferito.

Dopo i primi minuti di agitazione, di disperazione e di pianto, si sono seduti, sfiniti, nel cortile della casa che sorge di fronte alla loro e hanno osservato la terribile scena, rifocillati dai vicini e consolati da amici e parenti. Le operazioni di spegnimento prima e di bonifica poi sono andate avanti fino a notte fonda grazie alle fotoelettriche messe a disposizione dal Corpo permanente di Trento.
 Sul posto è salito anche un ispettore dei vigili del fuoco per un sopralluogo.













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