Trento: affitti in nero, caccia ai proprietari di casa furbetti

L'Agenzia delle entrate fa partire i primi 258 controlli sul nostro territorio


Ubaldo Cordellini


TRENTO. I proprietari di casa che affittano in nero iniziano a tremare. I controlli sono scattati anche in Trentino. In tutta la provincia, le case affittate sono circa 50 mila. L'Agenzia delle entrate ha già disposto i primi 258 accertamenti sui contratti registrati il cui importo non corrisponde a quanto indicato nella dichiarazione dei redditi. I controlli. Si tratta di una prima tranche di controlli. In Trentino l'evasione sugli affitti viene stimata come molto bassa. Secondo una proiezione del Sole 24 Ore basata sulle dichiarazioni dei redditi siamo al di sotto del 5 per cento. A Milano, secondo le stesse stime, gli affitti in nero sarebbero il 33 per cento del totale. I controlli, però, sono partiti anche qui. Intanto si comincia da chi ha registrato il contratto, ma poi non ha dichiarato l'importo nella denuncia dei redditi. In attesa del 7 giugno, quando il fisco non dovrà fare altro che aspettare le denunce degli inquilini. Le denunce. Infatti il decreto sul Federalismo municipale prevede che i proprietari di casa hanno due mesi di tempo, che scadono appunto il 6 giugno, per registrare il contratto d'affitto. Trascorso questo termine, l'inquilino che paga in nero tutto o parte dell'affitto potrà presentare denuncia all'Agenzia delle entrate. In questo caso, l'inquilino godrebbe di forti benefici, ovvero un contratto d'affitto regolare della durata di 4 anni rinnovabili per altri 4 a un canone pari al triplo della rendita catastale. Questo vuol dire, che il canone potrebbe scendere fino a un decimo rispetto a quello di mercato. Sconti agli inquilini. Un grosso rischio per i proprietari di casa. Secondo le stime delle associazioni dei proprietari, le case in affitto in Trentino sono circa 50 mila. La percentuale di evasione è molto bassa. Secondo il Sole 24 Ore il Trentino Alto Adige è la regione in cui si evade di meno sul canone insieme all'Emilia Romagna. Per i proprietari furbetti che, magari, hanno dichiarato solo una parte del canone, arrivano tempi duri. Sui siti internet delle associazioni dei proprietari e degli inquilini già campeggiano avvisi a carattere cubitali: «Attenzione al 6 giugno», dicono a dimostrazione di come la data sia importante. L'Agenzia delle entrate di Trento entro luglio farà partire i primi 258 avvisi di accertamento indirizzati ai proprietari di casa che non hanno dichiarato nella denuncia dei redditi l'importo indicato nei contratti registrati. Si tratta di una prima tranche di controlli. Poi l'Agenzia passerà a tutti gli altri contratti il cui importo non corrisponde a quello dichiarato nel modello Unico o nel 730. Usando questo metodo l'Agenzia delle entrate ha calcolato che l'Irpef evasa è pari ad almeno 123 milioni di euro. Ma, se si tiene conto anche dei contratti non registrati, l'evasione balza a un miliardo di euro. Una cifra che dovrebbe rientrare nelle casse dello Stato grazie alla norma che prevede forti sconti agli inquilini che denunciano il proprietario evasore. Anche in Trentino, che pure è una delle regioni in cui la percentuale della casa in proprietà è più alta, l'affitto in questi ultimi anni sta crescendo, anche a causa dell'aumento dei prezzi degli immobili. Un numero sempre maggiore di famiglie preferisce, infatti, prendere in affitto la casa piuttosto che sobbarcarsi un mutuo oneroso. La cedolare. Accanto al bastone, per i proprietari, però c'è anche la carota. Una carota che si chiama cedolare secca, ovvero una forma di tassazione che prevede la possibilità di pagare un'imposta forfettaria del 21 per cento, o del 19 per cento in caso di canone concordato, sull'affitto. Una tassazione che conviene ai proprietari di casa che hanno un imponibile irpef superiore ai 15 mila euro. Nelle intenzioni del governo, la cedolare secca dovrebbe far emergere molti affitti in nero, dal momento che è più favorevole rispetto all'irpef.

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