Trentino: aquila reale curata dopo un'intossicazione e liberata dopo 45 giorni

L'animale era stato trovato privo di forze da alcuni cacciatori. Il centro di recupero dell'avifauna della Provincia l'ha rimessa in sesto e le ha restituito la libertà



TRENTO. Un'aquila reale femmina, ritrovata in precarie condizioni di salute lo scorso 24 novembre in Trentino, è stata curata e liberata. L'animale era stato trovato privo di forze e incapace di muoversi in val di Borzago da alcuni cacciatori e consegnata al Centro di recupero dell'avifauna selvatica della Provincia autonoma di Trento, servizio Foreste e fauna, gestito dalla Lipu, la Lega italiana per la protezione degli uccelli, in località Casteller di Trento.

Presentava una paralisi degli arti inferiori, pesava poco meno di 4 kg, e non sembravano molte le speranze per il suo futuro. La causa era stata individuata in un'intossicazione alimentare. Dopo tre settimane di terapia, con alimentazione graduale e trattamento farmacologico l'aquila ha cominciato lentamente a recuperare l'uso delle zampe e degli artigli, fino a conseguire un recupero totale.

Il 22 dicembre è stata effettuata una prova nel tunnel di volo per la verifica delle condizioni generali dell'animale. Sono state inoltre condotte altre prove, sia di volo che di presa con gli artigli, e sono state verificate le capacità di trascinamento delle prede.

In 45 giorni di ricovero l'aquila aveva recuperato 1,2 kg, arrivando al peso di 5 kg, per un'apertura alare di oltre due metri. Visto l'esito positivo si è quindi deciso di liberare al più presto il rapace.

Oggi in Trentino la popolazione di aquile è monitorata costantemente. Sono presenti più di 50 coppie territoriali e si ritiene che la specie, ormai fuori pericolo, abbia raggiunto sul territorio densità ottimali rispetto alle disponibilità alimentari.

A questo proposito si è registrato come nella popolazione di aquile monitorata a livello provinciale vi sia un processo di autoregolamentazione in corso: in considerazione del numero di coppie presenti e della relativa densità, si riproduce mediamente solo una coppia su cinque, a fronte delle tre su cinque che si registravano negli anni '80, quando la popolazione era ancora in fase di crescita.













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