TRENTO

Topi, cinquanta aree sotto controllo a Trento 

Intanto l’Asis ha derattizzato la piscina di Gardolo. Debellati i conigli in cimitero, di notte, con una rete 



TRENTO. Sono 50 le aree tenute sotto controllo dalla squadra disinfestatori dell’Azienda sanitaria nel Comune di Trento. Quest’ultimo spende 7 mila euro l’anno per la derattizzazione. La lotta ai ratti è organizzata dall’Unità operativa Igiene e sanità dell’Apss, che opera in modo costante sia in centro città che nelle periferie. È il dottor Franco Guizzardi a spiegare come funziona il servizio: «Ci sono i 50 punti, che sono in prossimità delle zone di smaltimento dei rifiuti, dei corsi d’acqua e di altre zone segnalate dai cittadini. La nostra squadra di 4 tecnici controlla queste zone due o tre volte all’anno, mettendo le esche e monitorando la situazione». Il dottor Guizzardi precisa che le aree sportive non sono di loro competenza. Quindi, per quanto riguarda la notizia pubblicata ieri sul Trentino della presenza di ratti nella piscina di Gardolo (una mamma ha denunciato su Sei di Trento se... che un topo le aveva mangiato le ciabatte, ndr.), il problema riguarda l’Asis, Azienda che ha in gestione gli impianti. Ieri il presidente Antonio Divan ha comunicato che è stata compiuta una derattizzazione totale della piscina. Chiediamo al dottor Guizzardi se quest’anno la presenza di topi sia aumentata. Risponde: «No, non abbiamo segnalazioni di cittadini in questo senso. Preciso però che la presenza dei topi è più numerosa nelle isole ecologiche, anche del centro, per questo ci vorrebbe una maggior attenzione della popolazione per uno smaltimento corretto».

Dai ratti ai conigli, che due anni a seguito del disboscamento dell’Adigetto, erano migrati al cimitero. Qualche episodio sporadico, qualche comparsata all’imbrunire. La presenza dei conigli al Cimitero di Trento, si è considerevolmente ridotta. A raccontarlo, memori dei problemi che si erano venute a creare, la storica fioraia con il negozio vicino all’ingresso e il coordinatore del Cimitero. La migrazione aveva causato non pochi problemi per visitatori e operatori, perché poteva capitare che gli animali smuovessero la terra o rosicchiassero i fiori, magari proprio quelli appena depositati che erano più invitanti. Fra gli uffici del coordinamento si ricorda anche come capitasse che, in presenza dei cortei funebri, si fermassero a “guardare”, senza ormai più spaventarsi per la presenza degli umani, comportamento tipico dei conigli selvatici che quelli al cimitero non adottavano più.

A un numero così alto di esemplari segnalati contribuiva anche la vicinanza degli orticelli delle Albere, dove erano soliti cibarsi. Fino a quando, optando per una soluzione incruenta ma efficace, si era deciso di installare una lunga rete dalle maglie molto strette lungo il perimetro del Sacrario sud, la parte della struttura più esposta alle “incursioni” degli animali provenienti dalle rive disboscate dell’Adigetto. Protezione che ha in gran parte risolto il problema dei conigli, anche se agli osservatori più attenti potrebbe ancora capitare di notare qualche esemplare che, dopo aver fatto il giro lungo, si aggira guardingo per il Cimitero.













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