Tasse e rincari pesano 1.100 euro all'anno

Gli aumenti si rincorrono e le famiglie in tre anni hanno «perso» 10 mila euro


Robert Tosin


TRENTO. Pare una cascata incontenibile, scatenata dalla crisi internazionale ma anche dalle susseguenti manovre finanziarie varate dal governo per fare fronte a un debito pubblico non più sopportabile. E la cascata va a sbattere inevitabile sui consumatori finali, sulle famiglie che in tre anni hanno perso 10 mila euro di reddito tra blocco di stipendi, rincari e tasse. Non c'è settore rimasto inviolato: se lo Stato si è accanito su tasse, accise e Iva, gli enti locali hanno fatto la loro parte con il ritocco delle tariffe di servizi vari.

Chi più, chi meno ha scosso il cittadino per spillargli l'ultimo centesimo rimasto in tasca e dall'altra parte il blocco dei salari, soprattutto nel settore pubblico, ha costretto le famiglie ad un taglio vistoso dei consumi. E' stato calcolato che una famiglia media italiana dal periodo pre-crisi, e cioè dal 2008, ha perso un potere d'acquisto di circa 10 mila euro.

Metano. L'aumento più recente è quello del gas metano che dal primo di ottobre ha messo a segno un ulteriore aumento del 5,5%, vale a dire un ulteriore salasso per le famiglie misurato in media in 61 euro in più. Il bello è che l'incremento arriva pochi mesi dopo un ulteriore rincaro quello, chiamiamolo così, fisiologico di inizio anno dove di solito si adegua la tariffa al tasso di inflazione. All'epoca si trattò di una media di 13 euro in più. E per fortuna che l'Iva è rimasta ferma al 10%. La sola cifra del costo fisso (una delle tante variabili che decidono il prezzo finale) è aumentata di quasi il 10% dall'anno scorso. Alla fine dei conti, dunque, chi usa il metano soprattutto per il riscaldamento a bilancio dovrà segnare una voce cresciuta di almeno 100 euro.

Energia elettrica. Anche qui difficile sempre calcolare i ritocchi nella fattura che tiene conto di molte variabili. Basterà però osservare indicativamente il costo di un Kwh consumato nella tariffa monoraria che ad inizio anno valeva 105 millesimi e oggi è già arrivato a 113: stiamo parlando di un 10% abbondante in più.

Benzina. Passare al distributore è un po' come subire un prelievo di sangue: i numeri del conto girano all'impazzata. E quando osservi pensando che quelli sono i tuoi soldi che se ne vanno alla velocità della luce viene un po' da piangere. Anche qui andiamo a media. A gennaio un litro di benzina costava 1,2 euro, oggi 1,6 (abbondanti); il diesel da 1,13 a 1,54. A determinare l'impennata Iva, accise e aumento del costo del petrolio.

Autostrada. L'A22 non ha potuto fare a meno di adeguarsi all'andazzo generale. L'aumento dei costi vivi si ripercuote sull'utente finale. Accanto all'aumento di inizio anno (grosso modo legato all'inflazione, con una media dell'1,39%) di 2 millesimi in più a chilometro per le auto e 6 millesimi per i camion, nelle settimane scorse c'è stata pure l'Iva. Un esempio: l'anno scorso la tratta Bolzano Sud-Verona Nord costava 9 euro, quest'anno 9,50, ora con il ritocco del 21% costa 9,60. E in più ci si mette l'arrotondamento ai 10 centesimi: alle volte è un vantaggio, altre volte è un costo in più.

Trasporti. Su la benzina, su in automatico pure il trasporto pubblico. Quest'anno i biglietti dei bus hanno subito un'impennata misurata dal 9 al 13%. Ed è già annunciato che non sarà sufficiente, visto che la manovra colpirà soprattutto questo servizio che vedrà calare le risorse in modo preoccupante.

Sigarette. E' il bersaglio preferito per l'aumento delle tasse. Le Blue sono passate da 3,80 a 4,20 euro in un anno; le Alfa da 4 a 4,20; le Camel da 4,10 a 4,50; le Lucky Strike blu da 4,10 a 4,50; le Marlboro da 4,55 a 5 euro. Iva. Il passaggio dal 20 al 21% costa a ciascuna famiglia 395 euro in un anno. Quel piccolo 1% infatti si somma ai rincari e agli arrotondamenti, pesando praticamente su tutti i prodotti e sulle bollette. La Cgia di Mestre ha fatto due conti mettendo assieme tutte le nuove gabelle, accise, rincari a cui dovrà far fronte la famiglia. Ebbene, nel 2014 (quando tutti i provvedimenti della manovra saranno a regime), la famiglia media spenderà per sopravvivere 1.100 euro in più.













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