Svaligiano il bancomat con l’esplosivo

E’ successo venerdì notte a Villa Lagarina. Colpo da 40.000 euro. I testimoni: «Erano in due ed avevano i passamontagna»


di Luca Pianesi


ROVERETO. Esplosivo per aprirsi la strada, passamontagna in testa, per non rendersi riconoscibili, una via di fuga già predisposta e studiata da tempo e una buona conoscenza del luogo, dimostrata dal fatto che, come prima mossa, hanno oscurato le telecamere di sorveglianza. Non erano certo degli sprovveduti i ladri che, venerdì notte, hanno fatto saltare il bancomat dell’Unicredit di Villa Lagarina, quella in via degli Alpini, e si sono portati via un bottino di circa 40.000 euro. Il colpo è stato eseguito intorno alle 3 di notte e la dinamica è chiarissima visto che gli abitanti della casa posta sopra alla banca sono stati svegliati dal forte botto dell’esplosione e, dalla finestra, hanno assistito a parte delle operazioni. «I ladri erano almeno due - spiega Dina Baldo, l’inquilina dell’appartamento - mio figlio li ha visti uscire dalla banca con delle maglie a rete sulla testa (forse delle calze o dei passamontagna). Sono quindi scesi nel nostro cortiletto esterno, hanno costeggiato tutto l’edificio, per lanciarsi, di corsa, nella campagna che è dietro alla nostra casa. Uno aveva in mano la borsa dei soldi e sono scomparsi tra gli alberi e le vigne». In fondo alla campagna c’è una stradina dove, probabilmente, una macchina aspettava i due fuggitivi. E poi da lì un’infinità di strade a disposizione della banda con tanto di rotonda che porta direttamente al casello dell’autostrada, alla provinciale per Trento e Verona e al collegamento con Rovereto. Insomma, vie di fuga sicure e difficili da intercettare. Le forze dell’ordine, infatti, sono giunte sul posto quasi subito ed hanno immediatamente fatto partire la caccia all’uomo, anche servendosi della polizia stradale. Ma, a oggi, dei ladri, nessuna traccia. «Era da un po’ che questa banca la stavano tenendo sotto controllo - aggiunge la signora Baldo - perché già due settimane fa avevano provato ad entrarci. Avevano seguito esattamente lo stesso piano di questa volta: con delle cesoie hanno bucato le recinzioni di ferro che separano il nostro cortile interno dalle campagne e dalla strada. Avevano anche già spezzato i fili delle vigne, per avere una via di fuga più rapida e sicura. Una scala è stata quindi poggiata al muretto che separa il cortile con la strada dove si trova la banca. L’altra volta, però, si erano agitati troppo davanti alle telecamere e una pattuglia giunta sul posto li aveva messi in fuga. Questa volta, evidentemente, hanno fato tesoro dell’errore e ripetuto tutti i passaggi precedenti, appena in strada hanno occultato le telecamere». A quel punto il botto. Hanno infilato, nella bocchetta del bancomat, dell’esplosivo e lo hanno fatto saltare. E a giudicare dai danni agli arredi interni della banca, agli infissi e ai vetri delle finestre la detonazione deve essere stata piuttosto forte. Per fortuna, però, non abbastanza da danneggiare strutturalmente la palazzina e da creare ulteriori problemi, oltre al grande spavento, agli inquilini dei due piani superiori.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano