Skibus, prima nevicata e “Trotta” già in difficoltà

Mezzi senza catene, autisti inesperti e bus troppi grandi per l’azienda romana vincitrice dell’appalto. Aiuti da Trentino Trasporti. E la Lega interroga


di Luca Pianesi


TRENTO. Trotta bus non ha le catene per affrontare il servizio skibus sulle montagne locali? Ci pensa Trentino trasporti a fornirgliele. Trotta bus non ha autorimesse vicino alle piste da sci dove parcheggiare i suoi mezzi nelle fredde notti invernali? Li ospita Trentino trasporti nei suoi garage e nei suoi posteggi sparsi nella provincia. Gli autisti laziali non hanno mai affrontato tornanti innevati e complicate strade ghiacciate? Ci pensa Trentino trasporti a fargli un corso accelerato di “guida in montagna”. Infine, Trotta bus non ha gli autobus adeguati a garantire il servizio, perché due veicoli, che fanno la tratta di Andalo e Molveno, sono senza revisione e altri, quelli di Moena, sono troppo grossi per girare nel paese? Trentino trasporti chiude un occhio su quanto scritto nella gara d’appalto e supplisce alle carenze dell’azienda romana con suoi mezzi.

E’ cominciato da una settimana il servizio skibus gestito, per la prima volta in Trentino, non da aziende locali del Consorzio trentino autotrasportatori (Cta), ma da una ditta di Roma, la Trotta bus, e sono già diverse le mancanze e le carenze che quest’ultima starebbe mettendo in luce. Insufficienze che, però, starebbero passando in secondo piano, grazie al pronto (per qualcuno esageratamente pronto) intervento di Trentino trasporti che sta tappando ogni falla nel servizio.

La Lega Nord sta già preparando un’interrogazione in consiglio provinciale, a riguardo, perchè i sospetti che l’azienda romana non fosse arrivata a Trento per caso, ma che ci fosse stata una più o meno diretta “chiamata” proprio da qualche dirigente di Trentino trasporti (sul Trentino delle scorse settimane abbiamo raccontato come l’attuale responsabile marketing e del servizio skibus di Trentino trasporti, Carlo Plotegher negli anni 2003-2008 avesse imbastito un commercio di mezzi, con i soldi pubblici e con protagonista una società in house di Trentino trasporti, Taxibus, con una ditta di Brescia, la Almici, la quale, proprio in quegli anni, cedeva due sue aziende a Trotta bus di Roma) sembrerebbero confermate da questi comportamenti. «Parrebbe – spiega la Lega Nord - che i bus del servizio effettuato da Trotta bus possano liberamente parcheggiare quando non in funzione presso le sedi di Trentino Trasporti. Parrebbe ancora che, siccome le strade romane percorse dagli autisti laziali non sono usualmente imbiancate dalla neve, Trentino Trasporti abbia organizzato dei corsi con personale interno sia per il montaggio delle catene dei bus e sia per spiegare le "impervie" strade trentine di montagna. Ci chiediamo – conclude la Lega Nord – chi paga i servizi forniti da Trentino Trasporti alla Trotta bus?».

Ad Andalo, poi, due mezzi di Trotta, acquistati di recente dall’azienda romana proprio per effettuare il servizio skibus, sono risultati privi di revisione e quindi sono dovuti finire in Motorizzazione civile. Sguarnita la flotta in Paganella, ci ha pensato Trentino trasporti a sopperire alle mancanze di Trotta, mettendo lei in circolazione due suoi mezzi. Infine il “caso” Val di Fassa: i pullman di Trotta una volta arrivati nel comprensorio, sono risultati troppo grandi per circolare a Moena e nelle strette strade di montagna della zona. La soluzione l’ha trovata, ancora una volta, Trentino trasporti, permettendo, all’azienda romana, di usare dei piccoli pullmini da 19 posti in quota e di mettere in campo i suoi grossi autobus solo a partire dal capolinea. Insomma, ponti d’oro per Trotta da Trentino trasporti.

E stupisce anche il silenzio delle alte sfere del Cta. Nel 2011, infatti, al Consorzio era bastato un mezzo troppo grosso per fare ricorso contro una ditta che gli aveva “soffiato” un appalto, quello del trasporto intracomunale a Lavis. La Dibiasi infatti aveva un autobus che superava le 5 tonnellate, e quindi il limite consentito per il transito in via Clinga, uno dei tratti previsti nell’appalto e questo era bastato al Cta per ricorrere al Tar e vincere la causa. Quell’appalto valeva circa 500 mila euro in tre anni. Quello dello skibus raggiunge gli 800 mila euro annui. Eppure nulla si muove.













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