«Senzatetto, quella villetta è inadatta» 

Gli abitanti della Bolghera sono critici, non perché contro l’accoglienza ma perché lo spazio verrà sottratto al quartiere


di Sanda Mattei


TRENTO. Il quartiere della Bolghera, ritenuto da sempre il più elegante per le sue ville e per le case signorili circondate da giardini, si trova improvvisamente a dover fare i conti con il problema di accoglienza di senzatetto. E non sembra prenderla molto bene. L’altra sera, nella sala dell’oratorio di Sant’Antonio, si è tenuta l’assemblea pubblica per presentare alla popolazione il progetto Casa Orlando gestito dalla cooperativa Villa Sant’Ignazio. L’assessora alle attività sociali Mariachiara Franzoia, la presidente della circoscrizione dell’Oltrefersina Simonetta Dellantonio e Riccardo Baldi e Massimo Komatz per la coop Villa Sant’Ignazio hanno spiegato le finalità dell’accoglienza a sedici senzatetto, che vengono accompagnati in un percorso di recupero e reinserimento dopo le difficoltà passate, anche attraverso il lavoro. «Non si tratta di immigrati - sottolinea la presidente della circoscrizione Dellantonio - né di tossicodipendenti o alcolizzati, ma sono persone che si sono trovate in difficoltà, come uomini divorziati che hanno perso la casa o chi non ha più il lavoro, che potrebbero essere il nostro vicino di casa».

Per questo Dellantonio non si capacita delle reazioni contrarie, che hanno avuto la meglio nell’assemblea dell’altra sera, perché hanno alzato la voce. mentre ci sono stati anche interventi a favore ed il gruppo scout di Sant’Antonio si è offerto per seguire i sentatetto. Se si chiede, il giorno dopo, un commento alla decisione di fare arrivare i senzatetto nella villetta di via Coni Zugna, di proprietà comunale ed in passato sede delle associazioni della Bolghera, le reazioni non sono così negative. La vita del quartiere ruota in gran parte attorno a Largo Medaglie d’oro, dove si trova il supermercato, la farmacia, l’edicola, la banca, i bar, ma non è facile strappare un commento, né il nome agli intervistati. Al Blu Bar Caffè, un assiduo avventore sostiene: «Non sono del tutto contrario ad accogliere i senzatetto, purché siano tenuti sotto controllo. Vivo in questo quartiere da 42 anni e mi trovo bene. Ma non è che siano tutte rose e fiori: qui di fronte c’è una casa protetta, con persone con problemi di disagio mentale ed i questuanti sono fissi ad ogni negozio. Non sono certo come papa Francesco, che vorrebbe accogliere tutti, ma non sono contrario al’arrivo dei senzatetto».

Il barista Nicola torna sul problema sicurezza ed afferma che la situazione a Trento è peggiorata molto. «La città è piccola - precisa - e penso che si potrebbe trovare il modo per espellere chi spaccia e non semplicemente spostarli da una zona all’altra». Il fatto è che nel caso del progetto di Casa Orlando nessuno è un delinquente. Il dottor Antonio Costa abita in via Adamello, una laterale di via Coni Zugna. Commenta: «Si dovrebbe tenere conto che il quartiere è abitato soprattutto da anziani. Per questo non mi sembra una grande idea, a meno che non sia l’occasione di aumentare le telecamere ed i controlli. Qui di vigili e di forze dell’ordine non se ne vedono mai». Il gestore della storica cartoleria e tabacchino Lisimberti, in via Gocciadoro sostiene che la villetta si prestava ad altre funzioni, piuttosto che ad ospitare senzatetto: «Non mi sembra un edificio adatto, e forse poteva essere utilizzato ancora dal quartiere».

Il fatto è che il quartiere dovrà rinunciare alla villetta comunque, perché è stata messa in vendita e si attende la variante del Prg per cambiare la destinazione d’uso da pubblico a privata. Tra otto mesi, anche gli ospiti di Casa Orlando saranno trasferiti altrove.













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